Appartamenti/caserme, l'approfondimento

Appartamenti/caserme, l'approfondimento Leonardo Orlando Lipari- Nuove case sparse per le Eolie, da costruire anche in aree dell'arcipelago già sature e senza il pagamento degli oneri di urbanizzazione, in cambio della costruzione di due caserme per i carabinieri. La Guardia di finanza, su delega della Procura di Barcellona, da una settimana sta passando al setaccio le carte dell'ufficio tecnico del Comune di Lipari per verificare le procedure che hanno portato ad una conferenza di servizio nella quale, nel recente passato, è stata esaminata e vagliata una proposta avanzata da una società immobiliare di Catania che ha ottenuto i pareri in deroga nella stessa conferenza per la realizzazione degli insediamenti, tanto che adesso chiede al Consiglio - rivolgendosi anche al Tar - l'approvazione di deroghe e varianti al Prg. L'Autorità giudiziaria, com'è facile dedurre dall'intensa attività dei finanzieri, si sarebbe mossa a seguito della valanga di esposti piovuti in Procura nei quali si evidenzierebbero incongruenze con lo stato dei luoghi e soprattutto con lo strumento urbanistico. Un esempio per tutti sarebbe la previsione della costruzione, su ben 140 appartamenti previsti e già distribuiti sulla carta principalmente a Lipari, di circa 20 alloggi, in stile condominiale, in contrada “Iditella” sull'isola di Panarea. I 140 alloggi, infatti, oltre che a Lipari sarebbero distribuiti su più isole, Panarea e Vulcano compresi, a macchia di leopardo sfruttando quelle aree su cui – secondo il giudizio dei promotori del vasto programma di espansione edile – si potrebbe ancora costruire. Di parere diverso sarebbero invece gli urbanisti locali che conforterebbero anche tanti politici contrari all'iniziativa. Le zone prescelte dove realizzare i nuovi insediamenti ad alta intensità abitativa ricadrebbero in zona C del Prg, le cui superfici sarebbero già sature. E per questo si è sviluppato un movimento di pensiero, anche tra alcuni consiglieri, che riterrebbero illegittimi gli atti esitati col ricorso alla conferenza di servizio e che dovrebbero essere valutati dal nuovo Consiglio comunale insediatosi sei mesi fa. La società catanese dal suo canto sarebbe intenzionata a portare avanti l'intenso programma di edilizia promosso dalla passata Amministrazione comunale guidata dall'ex sindaco Mariano Bruno che aveva apprezzato “pubblicamente” la costruzione delle due caserme, si è persino rivolta al Tar perché imponga coattivamente al Presidente del Consiglio di formare l'ordine del giorno includendo tra gli argomenti anche le deroghe al Prg dell'Arcipelago necessarie per l'attuazione del piano di espansione edile. Le contestazioni in sede locale, così come evidenziato da un gruppo di professionisti del settore urbanistico, sono state rivolte soprattutto all'ubicazione della caserma dei Carabinieri di Lipari la cui area prescelta ricadrebbe in zona F2, una superficie destinata ad area di “rispetto cimiteriale” in quanto contigua al cimitero monumentale. Altre aree sarebbero vincolate e al Consiglio si chiederebbero le deroghe. Fitto il riserbo mantenuto dagli inquirenti la cui azione investigativa sarebbe coordinata dal sostituto procuratore Giorgio Nicola, del pool pubblica amministrazione creato dal Procuratore Salvatore De Luca. Sull'intenso programma edilizio che rischia di investire le Eolie ancore incluse nel patrimonio tutelato dall'Unesco – così come riportano le agenzie di stampa - si era espresso anche l'ex prefetto di Messina Francesco Alecci che sull'iter seguito per realizzare le due caserme dei carabinieri aveva avanzato forti riserve. La vicenda, anche se su grande scala, richiama alla mente un altro recente episodio del 26 luglio scorso della costruzione di un fabbricato realizzato sulle suggestive pendici del promontorio di monte Rosa che sovrasta il porto di Lipari, sul quale oltre all'Autorità giudiziaria che ha sequestrato l'immobile è dovuta intervenire anche la Regione per sostituirsi all'inerzia degli uffici comunali. La complessa vicenda giudiziaria culminata nell'ordinanza di sequestro per una struttura residenziale che sarebbe stata realizzata sulla base di concessioni ritenute illegittime, avrebbe prodotto una inchiesta nella quale sarebbero coinvolti anche funzionari dell'area Urbanistica del Comune di Lipari. L'ufficio tecnico nonostante i solleciti della stessa Regione che aveva rilevato le illegittimità, non ha mai revocato gli atti.

a cura di Peppe Paino

Data notizia: 11/14/2012

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