Lipari- 4 canadair e un elicottero, provenienti da Lemezia Terme, Palermo e Catania. Un vero e proprio esercito di mezzi aerei antincendio si è reso necessario per arrestare le fiamme, levatesi altissime nelle zone da San Calogero, a Castellaro e Vallone Bianco, le tre zone di Lipari, ferite , ieri, ancora una volta, per mano dolosa. Triste e drammatico il bilancio finale, di oltre 67 ore di fuoco: 20 ettari di terreno sono andati letteralmente in fumo, tra cui alcuni vigneti, e poi la macchia mediterranea che costituisce la vegetazione predominante delle zone verdi dell’isola. L’inferno si è scatenato attorno a mezzogiorno , quando dalle tre diverse località cominciavano a giungere alle sale operative della forestale , dei vigili del fuoco e anche dei carabinieri le varie segnalazioni ed avvistamenti dei primi focolai. Ma nonostante i tempestivi interventi degli uomini del commissario superiore Carmelo Maieli, coaudivato dall’ispettore Mimmo Schepis , ed ancora un'altra squadra della forestale con gli uomini coordinati dall’Ispettore Angelo Coco, e poi la squadra dei vigili del fuoco di Bagnamare, guidata dal capo-squadra Marcello Villari e gli agenti della Polizia Municipale, Guido Natoli e Pietro Palazzotto, affiancati dal comandante Nico Russo. Un’azione sinergica, tra le tre squadre, ognuna per le proprie competenze. Faticoso il lavoro di spegnimento dei roghi , alimentati in maniera pericolosa dal vento caldo di scirocco, che faceva salire la colonnina di mercurio ben oltre i 40 °. I pompieri a cercare di tenere le fiamme lontane da case e ruderi della zona, in particolare, di Castellaro , dove alcuni vigneti sono andati distrutti. I vigili urbani a dirottare auto e mezzi vari in zone di sicurezza. Il comandante Maieli, grazie all’esperienza sul campo, e vista la situazione che stava rischiando di assumere proporzioni ancor più drammatiche, ha quindi chiesto l’intervento dei mezzi aerei antincendio. Dapprima sono giunti due canadair, e poi altri due ed un elicottero . 5 mezzi che hanno compiuto decine e decine di lanci in tutte le zone in fiamme, da Vallone Bianco, a Castellaro , a San Calogero e in tutte le zone confinanti per impedire alle fiamme di prorogarsi ancor di più .Un vero e proprio inferno- ha commentato il dirigente Nico Russo- dobbiamo ritenerci fortunati perchè i mezzi aerei erano disponibili e sono stati tutti dirottati sull’isola, dove la situazione rischiava di non riuscire ad essere arginata. Nelle zone colpite dalle fiamme, poi, erano presenti abitazioni e ruderi, e lo scopo principale era sicuramente salvare stabili, immobili, e poi le colture e via via tutto il resto. Tantissimi i bagnanti e diportisti che hanno assistito al via vai dei mezzi aerei antincendio , che prelevavano acqua dal mare, e che si dirigevano, quasi in picchiata sulle fiamme per i provvidenziali lanci . Ancora una volta , per fortuna, siamo a raccontare di danni che escludono vite umane. Ma sarà sempre così? Una cosa è certa: l’esperienza dello scorso anno di Monterosa, e la nuova di ieri ripropone la necessità di un controllo del territorio , magari con squadre in incognito sparse sul territorio, per individuare coloro che possono essere considerati, senza esagerare, assassini del territorio e che , con l’azione criminosa di ieri, per la vastità dei roghi, avrebbero potuto anche procura qualche vittima.
, a cura di Tiziana Medda
Data notizia: 7/14/2008
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