Michele Merenda
SALINA – “La riscoperta del bene comune e il riscatto della donna contemporanea”, sarà questo il tema portante della settima edizione del SalinaDocFest, festival del cinema-documentario ideato e diretto da Giovanna Taviani. La scorsa edizione si era conclusa all’insegna di un interrogativo: “Quale futuro?”. Oggi, a distanza di un anno, il futuro sembra configurarsi attorno a parole come “comunità” “solidarietà”, “pauperismo”. «Dai giovani di Wall Street al nuovo Papa Francesco – si legge nel comunicato stampa diffuso dagli organizzatori –, uomini e donne riportano l’interesse del mondo sul senso di una comunità che, una volta per tutte, vada oltre l’individualismo sfrenato e anti-solidale che ha dominato i nostri paesi da più di trent’anni».
L’intenzione sembra quella di voler puntare i riflettori sulla nuova comunità di giovani che torna a interrogarsi su un orizzonte comune, da New York fino a propagarsi in tutto l’Occidente, identificandosi nella rabbia dei disoccupati del Mezzogiorno o dei giovani “no-pizzo” che vogliono riprendersi ciò che appartiene loro. Una nuova vitalità che può essere identificata nei giovani di “Libera” o di “Emergency”, i quali decidono di andare a combattere sul campo per aiutare chi davvero ha più bisogno. «Per questo – continua il comunicato – abbiamo deciso di centrare la prossima edizione del Salinadocfest sulla riscoperta del “noi” e del “bene comune”, forti dell’esperienza positiva del festival, che, nel corso di questi anni, ha visto riunirsi miracolosamente una comunità attorno a quella che per una settimana all’anno si trasforma nell’isola del cinema, per riflettere su alcuni beni comuni cui abbiamo diritto, primo fra tutti il diritto a uno Stato che rappresenti le esigenze dei cittadini; il diritto all’istruzione e alla cultura come valori fondamentali e costitutivi di una società». Accanto a questa tematica, l’evento continuerà ad occuparsi della donna e del ruolo da essa assunto nella nuova società contemporanea, la cui recente storia descrive proprio le donne come punto nodale, aperto, solidale e plurale del cambiamento.
Il filo rosso del bene comune e del risveglio della donna attraverserà tutte le sezioni del festival, dalla “Finestra Emergency” a quella di “Mafia.doc”, che quest’anno il SalinaDocFest costruisce insieme a “Libera” e a Confindustria Sicilia, in nome di un’impresa che torni a svilupparsi di pari passo con il turismo, grazie al potere dell’arte, del cinema e della cultura.
Uno spazio che vorrebbe essere inaugurato con il docu-corto proprio di Giovanna Taviani, “Il Riscatto” (già selezionato al Festival di Cannes 2013, presentato a Open roads di New York e a Spoleto, come evento inaugurale alla presenza di Laura Boldrini), un ritratto dell’ex detenuto Salvatore Striano (già Bruto in “Cesare deve morire”) proveniente dal mondo della camorra e che dall’inferno di Scampia si risveglia nella Toscana di Dante attraverso la forza della cultura e del teatro. Occorre citare la presenza speciale al festival di Attilio Bolzoni, inviato speciale di “Repubblica” da sempre impegnato sul fronte dell’anti-mafia e dell’anti-camorra, per riflettere sul tema comune: “Perché la cultura fa paura agli uomini d’onore”. Cultura contro mafia quindi, formazione come modo per riavvicinare lo Stato alla coscienza e ai desideri del cittadino comune.
Zoccolo duro della prossima edizione sarà ancora una volta il Concorso Nazionale per documentari, che intende porsi come radiografia a 360 gradi sul meglio del documentario narrativo dell’ultimo anno nel nostro Paese. Tra le tante ipotesi riguardanti altre sezioni della manifestazione, occorre citare quelle inerenti il concerto di chiusura: si stanno infatti valutando i nomi di Elisa, Gianna Nannini e Fiorella Mannoia.
a cura di Peppe Paino
Data notizia: 5/30/2013
dalla nostra Daniela Bruzzone
Dalle nostre ricette ingredienti per 4 persone... scoprile!