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Il deputato regionale Salvino Caputo esponente di Fratelli d’Italia iscritto al gruppo Pdl all’Ars non potrà continuare a ricoprire la carica elettiva. L’esponente politico è stato dichiarato decaduto a far data dal 21 maggio per effetto di una condanna penale che gli è stata comminata in quella data.
Caputo, deputato regionale continuativamente da 4 legislature prima dell’attuale, era stato condannato in Cassazione con sentenza definitiva ad un anno e cinque mesi per ‘tentato abuso di ufficio’. Quando era sindaco di Monreale, infatti, Caputo si era attivato per tentare di fare cancellare alcune multe. La vicenda risale al 2004, ma le multe non furono mai cancellate. In primo grado Caputo era stato condannato a due anni, in appello era caduta l’accusa di ‘falso’ e la pena era stata ridotta.
Il giorno seguente alla sua condanna Caputo era stato eletto segretario della commissione parlamentare regionale Antimafia ma aveva lasciato il posto ufficialmente per far spazio al grillino Giorgio Ciaccio. una scelta motivata dall’esigenza di dare spazio alla rappresentanza dei 5 stelle dopo che la Commissione aveva scelto quale presidente Nello Musumeci.
La scelta è stata assunta dalla Commissione parlamentare verifica poteri e comunicata all’Ars riunita in seduta a sala d’Ercole. L’assemblea ne ha preso atto rendendo, di fatto, la scelta definitiva a far data proprio dal 21 maggio e questo ha fatto esplodere la polemica.
Per il deputato del Pdl Giorgio Assenza si tratta di un errore normativo grave perché la causa di ineleggibilità è intervenuta dopo l’insediamento nella carica di deputato e dunque Caputo non può essere dichiarato decaduto. Totò Cordaro del Cantiere popolare ha, invece, fatto presente che sulla vicenda l’aula avrebbe dovuto esprimersi con un voto e non semplicemente prenderne atto.
Immediata la replica del Presidente Giovanni Ardizzone per il quale l’autorevolezza di un Parlamento si valuta dalla sua capacità di rispettare le leggi anche quando non fa piacere a nessuno. “La Commissione si è espressa e la strada era obbligata dalla legge. Sulla interpretazione della stessa legge dovrà pronunciarsi il magistrato non certo il parlamento. In base ai precedenti e ad una sentenza del 1995 l’Assemblea non poteva che prendere atto e non aveva discrezionalità interpretativa”. Ardizzone ha poi chiuso la vicenda passando alla trattazione degli altri punti all’ordine del giorno.
A Caputo adesso subentrerà, non appena saranno effettuate tutte le verifiche di rito, il secondo dei non eletti essendo già entrato all’Ars il primo. Tocca adesso a Pietro Alongi eletto a Palermo con 5366 voti.
a cura di Peppe Paino
Data notizia: 6/12/2013
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