Rilanciamo direttamente dal blog ilgiornale.it una protesta sul conto salato offerto come "digestivo" da un ristoratore eoliano per invitare alcuni operatori del settore ad una profonda riflessione, specie in tempi di crisi:
Nel mese di luglio sono stato in Grecia a Skyros e poi a Kos. Abbiamo cenato frequentemente con pesce fresco: prezzi abbordabilissimi 40/50 euro al chilo, in buoni ristoranti. Ce la cavavamo mediamente con 15/20 euro a testa. Ieri mi chiama una collega che sta trascorrendo la vacanza a Lipari, nelle Eolie. Mi dice. “Qui è bellissimo”. E non stento a credergli. “Ma – aggiunge – i prezzi sono folli: ieri abbiamo mangiato pesce fresco, due adulti e una bambina. Conto: 280 euro. E non era una Stella Michelin”. Commento della mia collega, svizzera: “Se ne approfittano e ci pelano”.
E, ahimè, ha perfettamente ragione. In Grecia i prezzi sono da sempre bassi e la gente ospitale. Chi va in Grecia, di solito ci torna. Perché il Paese è bello e perchè il rapporto prezzo-qualità decisamente favorevole.
In Italia, invece, purtroppo, troppo spesso il turista è visto come un pollo da spennare. E più esclusiva è la località (Venezia, le Eolie, immagino Capri, talvolta Roma, Firenze), più il malcostume è diffuso. Con mentalità piccola, miope, da furbastro: pensano certi ristoratori, certi gerenti, certi commercianti di fare il proprio interesse . E non si rendono conto che così danneggiano il Paese e, in ultima analisi, loro stessi. Perchè la gente torna a casa e spesso la bellezza del Paese non basta a compensare la sensazione, sgradevolissima, di essere stati raggirati. E il turista non solo non torna a Lipari, ma scoraggia gli amici dall’andarci.
Dunque, alla lunga la visite si riducono, cala la cifra d’affari. E anche i furbastri piangono. E’ cosi difficile trattare con equità i turisti? E’ cosi difficile essere… un po’ greci?
a cura di Peppe Paino
Data notizia: 8/7/2013
dalla nostra Daniela Bruzzone
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