Lipari e la chiesa dell’Addolorata

Lipari e la chiesa dell’Addolorata


La chiesa dell’Addolorata sorge a nord est della città alta di Lipari, un tempo detto quartiere di Sant’Andrea. Guardando con attenzione l’interno, nelle sue varie asimmetrie, si evince con chiarezza che la chiesa non nacque da un progetto unitario, bensì dall’unione di tre cappelle distinte. In effetti, è documentata l’esistenza di una piccola chiesa detta di Sant’Andrea di epoca medievale, sita accanto ad altre due cappelle, quella dell’Itria, prima dedicata a Sant’Antonio Abate e quella sei Sette Dolori e SS. ma. Resurrezione, anche detta della Soledad, costruita dai militari spagnoli. Le confraternite della Soledad, costituite da gentiluomini borghesi e da militari spagnoli, nutrivano una profonda avversione nei confronti del vescovo di Lipari, percettore delle quote censuali, delle decime sui prodotti agricoli e unico in tutta la Sicilia  a non riconoscere la Legazia Apostolica, per tanto, la cappella divenne un luogo di culto autonomo in contrapposizione alla cattedrale, fu dichiarata di giurisdizione reale nel 1686 ed i suoi cappellani erano nominati solo dal Viceré di Palermo. Nel 1699 il vescovo Ventimiglia, tentando di recuperare la giurisdizione sulla Reggia chiesa della Soledad, unì quest’ultima alle due cappelle a essa contigue, realizzando un unico luogo di culto, la chiesa dell’Addolorata. Il tentativo compiuto da mons. Ventimiglia fu assolutamente vano ed ebbe l’effetto di lasciar sfigurate le tre vecchie cappelle da intonaci e stucchi che seppellirono affreschi prerinascimentali rinvenuti frammentariamente qualche anno fa nel corso dei restauri. Fu il vescovo Visconte Maria Proto a ottenere da Ferdinando II, re delle due Sicilie, il rientro della chiesa sotto la giurisdizione dei vescovi con decreti reali del 1852 e del 1855. L’interno della chiesa presenta eleganti decorazioni in stucco realizzate fra XVII-XIX sec. Di grande pregio sono poi i due altari laterali in legno intagliato e dipinto con oro vecchio del tardo Seicento, che incorniciano un dipinto con il compianto della Maddalena e il simulacro dell’Ecce Homo.
Nella controfacciata sono situati una cantoria lignea e l’organo della metà del Settecento, attribuito al liparese Emanuele Bongiorno. Sopra uno degli altari laterali è possibile anche ammirare una bellissima tela raffigurante la Presentazione al tempio di Gesù che originariamente apparteneva alla chiesa della Purificazione detta dei Bianchi. Il riferimento a un analogo dipinto di Giorgio Vasari per la chiesa napoletana di S. Anna dei Lombardi, datato al 1545, fa ipotizzare che la tela liparese sia opera di un seguace napoletano del noto maestro toscano.

di Melissa Prota



Data notizia: 2/25/2015

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