È morto a 95 anni, nella sua villa di Bagheria, Francesco Alliata, principe di Villafranca, produttore cinematografico e regista di cortometraggi subacquei. Nel 1946 con Renzo Avanzo, Pietro Moncada, Quintino Di Napoli e Fosco Maraini diede vita alla casa cinematografica “Panaria Film”, sperimentò le prime tecniche di riprese subacquee con documentari di grande valore, tra cui un lavoro di Folco Quilici, e scrisse una gloriosa pagina di storia del cinema. Quegli stessi ragazzi produssero “Vulcano” con Anna Magnani, e “La carrozza d’oro” di Jean Renoir. La “Panaria” aveva aperto una strada nuova e promettente nel cinema ma nel 1956 fu costretta a chiudere per i debiti accumulati. Francesco Alliata si inventò allora un’altra vita da manager prima impiantando fragole e frutta esotica, poi producendo vino e infine commerciando gelato. Intanto le liti familiari laceravano il patrimonio del casato. La moglie Teresa Correale donava alla curia di Palermo palazzo Villafranca, un edificio così carico di storia che ha richiesto 28 pagine di inventario. C’è voluta una lunga battaglia legale per riprenderne il possesso. E a villa Valguarnera, che rischia di cadere a pezzi, al principe è toccato solo una parte con divieto assoluto di accedere al piano nobile. A nulla sono valse le sue sfide legali, sostenute dalla figlia Vittoria, scrittrice come la cugina Dacia Maraini che qui trascorreva l’infanzia mentre la madre Topazia Alliata inseguiva il suo talento artistico e lanciava quello dell’amico Renato Guttuso. Di questo fervido clima culturale era rimasto ben poco nella villa dove Francesco Alliata si era quasi barricato per difendere gli ultimi scampoli di una storia che si andava sempre più sfilacciando.
di Caterina Saltalamacchia
Data notizia: 7/4/2015
dalla nostra Daniela Bruzzone
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