Florence Henri al Museo Nazionale Romano

Florence Henri al Museo Nazionale Romano

 

Alle Terme di Diocleziano è in corso una grande mostra monografica dedicata a Florence Henri, fotografa e artista che ha precorso i tempi. La Henri, nata a fine '800 e scomparsa nel 1982, ha fotografato il secolo delle due guerre mondiali con grandi libertà di espressione e versatilità.Sono centoquaranta gli scatti in mostra nelle Grandi Aule delle Terme di Diocleziano, di cui una parte importante è dedicata a Roma antica e alla dimensione teatrale della città. Sono fotografie realizzate durante uno dei suoi numerosi viaggi in Italia, quello del 1931-32, e poi ricomposti con la tecnica del fotomontaggio in sede di sviluppo e stampa delle fotografie, così da ricreare situazioni come vere. Fin dagli esordi, la Henri ha avuto come amici e maestri i grandi innovatori della scena artistica. Dal pianoforte, sua prima passione, studiato con Ferruccio Busoni, alla pittura, appresa nello studio di Hans Hofmann a Monaco di Baviera. A Berlino frequenta Archipenko e al Bauhaus di Weimar Klee e Kandinskij. A Parigi segue i corsi all’Académie Moderne di Ozenfant e Léger, attratta dagli aspetti multimediali della ricerca di quest’ultimo, poi al Bauhaus di Dessau definisce il suo interesse per la fotografia. Ed è Laszlo Moholy-Nagy ad accompagnare con un testo critico l’esposizione delle sue primissime composizioni fotografiche. Frequenta amici importanti del mondo dell'arte e della cultura e di molti lascia bellissimi ritratti fotografici in esposizione a Roma. Dopo la grande crisi del 1929 tiene nel suo studio corsi di fotografia, formando una nuova generazione di fotografi. Fra i suoi allievi Gisèle Freund, Lisette Model, Ilse Bing e Lore Krüger. Florence Henri nelle sue fotografie fa uso della concezione analitica dello spazio, utilizzando elementi formali del vocabolario della pittura in una ricerca continua della composizione, una delle caratteristiche fondamentali del suo linguaggio, infatti la rassegna si apre con esempi di pittura e collage. Nella prima parte della mostra si esalta la capacità di costruire nuove realtà visive che rimandano una all'altra. Effetto che ottiene con specchi o frammenti di specchio: lo spettatore si trova tra realtà e finzione. È il caso di un suo autoritratto in cui Florence è dietro una cornice, apparentemente riflessa, mentre è con la cancellazione di parte del negativo che crea la suggestione della sua immagine specchiata. Effetti visivi, montaggi e fotomontaggi: ad un primo approccio non si scorge come l’intera immagine sia una realtà ricostruita. In questo nucleo di fotografie si rivela, più che altrove, il ruolo di innovatrice nella manipolazione dell’immagine e delle luci. Un’invenzione più metafisica che surrealista, veri e propri enigmi visivi che si confermano nella serie con ombre e riflessi, dove l'artista lavora con più scatti sullo stesso negativo. La mostra si chiude con una stupefacente carrellata di ritratti degli artisti delle Avanguardie del Novecento e delle modelle di Henri. Mentre Parigi le dedica un’antologica, Roma la celebra con oltre cento immagini nelle Grandi Aule delle Terme di Diocleziano fino al 31 agosto.

di Daniela Bruzzone



Data notizia: 7/20/2015

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mostra - arte - Roma - Florence Henri -



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