Le isole Eolie sono da sempre circondate da un’atmosfera che dona loro un senso di eternità. La storia eoliana è fra le più affascinanti, soprattutto dal punto di vista mitologico. Infatti Omero, all’interno della sue Odissea, narra di un episodio molto particolare avvenuto proprio “all’isola Eolia”. Reduce dalla guerra di Troia, Ulisse incontra Eolo, figlio di Ippota. Eolo vive in un palazzo coi suoi dodici figli e, appassionatosi alla storia di Ulisse, decide di dargli in dono un otre contenente i venti che lo stesso Eolo incitava o quietava a suo piacimento. Ulisse riparte così con le sue navi, liberando unicamente Zefiro, per favorire la navigazione.
A questo punto Ulisse si addormenta; i suoi compagni di viaggio, credendo che l’otre possa contenere un tesoro, lo aprono, liberando in questo modo tutti i venti imprigionati al suo interno e scatenando una tempesta, dalla quale si salverà solo la nave dello stesso Ulisse. “E giungemmo all’isola Eolia. Qui dimorava Eolo, caro agli dei, figlio di Ippota. L’ isola errava nuotando. Un muro la cinge bronzeo; e liscia s’innalza una rupe. Dodici figli con lui nel palazzo vivevano. La casa odorosa riecheggia al suono dei flauti finchè il giorno dilegua; Poi quando licenza gli chiesi di andarmene non rifiutò, ma prese a cuore il mio viaggio; spogliò delle cuoia un bove novenne un otre ne fece, e dentro vi chiuse dei venti ululanti le vie: custode l’aveva dei venti fatto il cronide, e poteva quieti tenerli o incitarli a sua voglia. Nella concava nave con lucida fune, argentea, l’otre legò, di guisa che fuori neppure un alito uscisse; ma solo il soffio di Zefiro per me liberò che la nave benigno spingesse per noi”.
di Serena Fronterrè
Data notizia: 10/3/2015
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