La capitale ricorda, con una grande mostra monografica divisa in due sedi, a quindici anni dalla morte, Balthasar Klossowski de Rola, in arte Balthus, maestro tra i più originali e misteriosi del Novecento, il cui rapporto con la città eterna si considera determinante per gli indirizzi della sua arte. In mostra duecento opere, tra quadri, disegni e fotografie, provenienti dai più importanti musei europei ed americani oltre che da prestigiose collezioni private, che diventano percorso in due tanto diversi quanto meravigliosi set: alle Scuderie del Quirinale c’è una retrospettiva molto ricca dei capolavori più noti; mentre a Villa Medici possiamo vivere un’esposizione che, attraverso le opere realizzate durante il soggiorno romano, mette in luce il metodo e il processo creativo di Balthus: la pratica di lavoro nell’atelier, l’uso dei modelli, le tecniche e la fotografia. Balthus nasce a Parigi da padre polacco e madre russa, che gli fanno trascorrere l’infanzia tra Berlino, Berna e Ginevra al loro seguito, rientrando in Francia solo nel 1924 impregnato di cultura mitteleuropea. Ispirato in giovanissima età dai maestri del Rinascimento toscano e in particolare da Piero della Francesca, scoperti in occasione di un primo viaggio in Italia nel 1926, Balthus genera le sue composizioni attraverso un pensiero figurativo e una chiarezza logica ereditati dalla cultura artistica italiana. È proprio da questa tradizione - perfezionata dalla conoscenza dei movimenti italiani del Realismo magico e della Metafisica, oltre che dalla Nuova Oggettività tedesca - che trae origine quell’ermetica staticità che distingue la sua produzione pittorica, in particolare quella che risale agli anni Trenta. Dopo la guerra, la pittura di Balthus cambia, diventa più piena e le immagini prendono ad oggetto ragazze adolescenti rappresentate in momenti intimi. Ad accrescere l’amore della cultura italiana nel 1961 si inserisce l’esperienza del soggiorno romano come direttore dell’Accademia di Francia a Roma, Villa Medici. L’incarico dura diciassette anni, durante i quali Balthus approfondisce la pratica del disegno e della pittura e si misura col progetto del restauro dell’edificio e dei giardini storici, che sono accessibili ai visitatori della mostra. Fino al 31 gennaio fra le Scuderie del Quirinale e Villa Medici.
di Daniela Bruzzone
Data notizia: 11/24/2015
dalla nostra Daniela Bruzzone
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