Lipari- Gli uomini del Gico della Guardia di Finanza di Palermo con il sostegno delle locali fiamme gialle guidate da Danilo Persano e dal maresciallo Francesco Celi e i Carabinieri dell’isola coordinati dal maresciallo Francesco Villari, hanno, dunque, impiegato soltanto un giorno e mezzo per mettere le mani sui responsabili della rapina ai danni della centralissima Banca Antonveneta. Con il fermo dell’impiegato- basista, Giacomo Sparaco, 30 anni di Corleone, a meno di ulteriori colpi di scena gli inquirenti hanno chiuso il cerchio dopo l'arresto di Francesco Paolo Rubino 31 anni, Sergio Giannone 42 anni, e Giovambattista Lo Nigro, 30anni, tutti di Palermo. Sabato notte, gli stessi uomini del Gruppo investigativo criminalità organizzata hanno riportato quasi tutta la refurtiva, 315 mila euro invece dei 365 mila 765 euro prelevati , nella cassaforte dell’agenzia di via Ten. Mariano Amendola. Stupore, ovviamente, tra i dirigenti della banca di Lipari per il ruolo ricoperto nella vicenda da un collega che hanno sempre stimato. Il direttore Piero Subba e il suo vice Antonio Brundu si limitano a dire: "Proviamo soltanto amarezza”. Ancora malconcio per la martellata subita alla gamba sinistra, Brundu dice di Sparaco: “Con i colleghi è sempre stato un ragazzo normale che svolgeva tranquillamente il suo lavoro”. Risiedeva in un appartamento di piazza Mazzini, Giacomo Sparaco. Spesso nei fine settimana tornava nella sua Corleone, paese al quale pensava di avvicinarsi con un trasferimento. Non aveva, comunque, mai avuto problemi con nessuno. Ma venerdì matitna è entrato per ultimo in banca, in ritardo, poco dopo la fuga dei complici. Si è subito diretto verso il bagno del piano di sopra a liberare i suoi colleghi e il cliente Marco Giorgianni. Questo più altri elementi, come la sicurezza nei movimenti all’interno della banca da parte dei malviventi, e una telefonata compromettente registrata dai Gico , nonchè la stessa rapina compiuta proprio il giorno dopo l'arrivo dei soldi dalla terraferma ha spinto gli investigatori, a meglio verificare la sua posizione di “ sceccu n’to linzolu” come si dice da queste parti e in casi del genere. Si suppone che potesse avere problemi economici. In paese qualcuno aveva notato una certa passione per i “ Gratta e Vinci”. Dai borsoni contenenti il malloppo mancavano 25 mila euro. Gli investigatori ritengono che gli siano stati consegnati dagli esecutori materiali del colpo come compenso per la sua attività di "basista". I rapinatori si trovavano da più di una settimana sull’isola; avevano preso in affitto due appartamenti in zona Ponte e sul Corso. In quest’ultimo caso proprio a due passi dalla banca. Erano degli insospettabili con tanto di famiglie al seguito ed avevano avuto il tempo necessario per studiare tutto nei minimi particolari. O quasi. Giovambattista Lo Nigro, uno dei quattro, era tenuto sotto controllo. E da lui si è risalito al gruppo. Ieri mattina tra le 9,30 e le 10,00 il trasferimento dal porto di Sottomonastero con le motovedette della Guardia di Finanza e dei Carabinieri al carcere di Gazzi. A disposizione del sostituto del tribunale di Barcellona, Michele Martorelli.
a cura di Peppe Paino
Data notizia: 7/16/2007
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