Anticamente, Panarea è stata chiamata Euṓnymos, “l’isola dal buon nome”. La sua posizione e la sua natura verdeggiante hanno fatto sì che l’Isola fosse abitata fin dal III millennio a.C., durante il Neolitico superiore, da genti provenienti dalla Sicilia; l’insediamento più importante era, probabilmente, collocato sul promontorio a falce di Punta Milazzese, luogo in cui è stato riportato alla luce un villaggio preistorico risalente alla media età del bronzo (tra il XV e il XIII secolo a.C.). Ancora oggi, sono visibili ventidue capanne dalla forma circolare o ovale, più una dalla forma rettangolare; quasi tutte sono dotate di recinti o vani aggiunti e sono parzialmente lastricate. Al loro interno è stato rinvenuto un grosso numero di reperti, come macine, pentole, utensili, ceramiche di produzione locale o di importazione micenea, simbolo dei rapporti commerciali con l’Egeo, custoditi ora al Museo di Lipari. Gli abitanti di questo villaggio sono stati abili conoscitori dell’arte di navigare, con navi con chiglia tonda e con vela quadrata, adatte a veleggiare intorno alla costa. Panarea è stata, poi, abitata stabilmente fino al periodo romano; la sua popolazione ha subito le medesime vicende storiche del resto dell’Arcipelago delle Eolie e, di conseguenza, distruzioni e attacchi. Verso la fine del Seicento, un centinaio di stabili abitanti si sono impiegati nella produzione di grano, legumi e frutta, commerciati anche a Lipari. Archeologicamente, l’isolotto di Basiluzzo risulta essere molto interessante in quanto, lì, è stata rinvenuta la struttura di una villa di epoca imperiale romana e, a quattro metri sotto il mare, è ancora visibile il pontile di attracco delle navi. La storia più recente di Panarea è simile a quella delle sue sorelle: verso la fine del XIX secolo, fame e miseria spingono gli abitanti dell’Isola ad un’emigrazione di massa verso America e Australia. Solo con l’avvento del turismo, fenomeno recente collegato all’avvento del cinema nell’Arcipelago, le isole sono diventate famose per la loro affascinante e selvaggia natura. In particolare, a Panarea, è stato il film “L’Avventura” di Michelangelo Antonioni a far puntare le luci su questo magico luogo, richiamandovi innumerevoli visitatori.
di Francesca Zampaglione
Data notizia: 1/15/2016
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