Di conseguenza, sembrerebbe che le eruzioni siano collegate direttamente all’azione della forza di gravità con un’effusione più forte dalle bocche inferiori e che diminuisce salendo in altezza. Stromboli erutterebbe, quindi, per svuotarsi: le sue colate laviche sono causate dallo svuotamento della parte superficiale del vulcano. Maurizio Ripepe è uno dei ricercatori del dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Firenze, nonché membro della Commissione Grandi Rischi della Protezione Civile; in un’intervista ha dichiarato: «confrontando dati geofisici, che vanno dalla deformazione del suolo al monitoraggio termico e sismico abbiamo concluso che gran parte del magma eruttato è in larga parte già presente nella parte alta del vulcano. Il magma impiega mesi o anni per risalire e quando se ne accumula a sufficienza nelle parti superficiali il vulcano non riesce più a trattenere l’aumento del materiale, spaccando così la struttura e avviandone lo svuotamento. Il processo non è dunque primariamente guidato dall’aumento della pressione interna della camera, ma soprattutto dalla gravità, per cui le fasi iniziali saranno quelle più forti, perché il carico del magma al di sopra la bocca effusiva è maggiore». Il Laboratorio di Geofisica Sperimentale dell’Università di Firenze sorveglia da anni anche altri vulcani attivi in altri Paesi del mondo, come Islanda, Ecuador, Argentina, Giappone e Cile.
di Francesca Zampaglione
Data notizia: 11/2/2016
dalla nostra Daniela Bruzzone
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