Per il quarto e ultimo appuntamento della nostra inchiesta sulla tassa di sbarco, non potevano non rilevare le reazioni degli isolani: «I turisti non sono polli da spennare, ma gente da accogliere con cortesia ed affetto. Solo così ritorneranno» si è spesso sentito ripetere in giro, a pochi mesi dalla reintroduzione della tassa di sbarco, avvalorando il no pronunciato dal Codacons nel 2012 in seguito alla richiesta fatta dai comuni al governo Monti.
«È un’ingiustizia!», affermava già ai tempi Carlo Rienzi, presidente del Codacons, sottolineando il grave danno che un’imposta simile avrebbe arrecato al turismo isolano.
In seguito alla crisi economica dilagante in tutto il Paese, molte famiglie italiane scelgono annualmente di trascorrere le proprie vacanze nelle isole minori contribuendo allo sviluppo economico di questi posti. La tassa rappresenterebbe quindi un limite per tutte quelle famiglie che, dovendo pagare il ticket per ogni isola visitata e per ogni membro ad esse appartenente, sarebbero spinte alla scelta di mete meno gravose dal punto di vista fiscale.
Ed anche se per alcuni il contributo risulterebbe irrilevante, la domanda da porsi rimane pur sempre una: i turisti saranno davvero disposti a pagare tale somma? Al 2016 la parola!
di Carmen Peluso
Data notizia: 3/24/2016
dalla nostra Daniela Bruzzone
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