SALINA – C’è anche il faro di Capofaro a Salina tra i 31 beni immobili che lo Stato ha deciso di valorizzare vendendoli o affidandoli ai privati. Collocato in una location da sogno da dove è possibile ammirare uno degli scorci più belli e suggestivi dell’isola, scelto negli ultimi anni da molte coppie di sposi come sede per celebrare indimenticabili matrimoni, il Faro potrebbe essere adesso destinato ad accogliere un museo del mare e del sale.
La sua ristrutturazione è simbolo identificativo per eccellenza del territorio comunale: un motivo in più per scommettere e ripartire dal turismo in Sicilia.
Il vecchio Faro domina il laghetto salato di Lingua, nell’antichità utilizzato anche come saline. Infatti, “Salina”, la cui prima denominazione derivava dal greco antico Didỳmē ("gemello"), prende il suo nome dai bacini di acqua salmastra di Lingua, all'estremità sud-est dell’isola, utilizzati fino al secolo scorso per la produzione di sale.
Capo Faro, insieme a Pollara, è una frazione di Malfa, che risulta essere il comune più grande, sia come estensione che come abitanti (circa 1000 residenti).
Da sempre la struttura del faro rinvia ad un luogo mitico e suggestivo, dove poter far volare tranquillamente i ricordi. Il corrispettivo letterario va subito a “Gita al faro” di Virginia Woolf, ma non di meno, soltanto per citare due Siciliani, ai versi struggenti di “Brindisi al faro” di Gesualdo Bufalino o “Di qua dal faro”, la raccolta di scritti sulla Sicilia elaborati da Vincenzo Consolo.
di Rosa Maria Ciulla
Data notizia: 3/29/2016
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