ALICUDI – Bella, bellissima.. al pari delle altre sue sorelle, ma piccola e silenziosissima. Tanto da fare dire a Nanni Moretti nella seconda parte del suo Caro Diario “è veramente un’isola diversa dalle altre… Qui c’è molta calma. Una calma terribile”.
Nel film del 1993, infatti, il protagonista - dopo aver peregrinato da Lipari a Salina, da Stromboli a Panarea, in un susseguirsi di delusioni - arriva ad Alicudi, nella più “selvaggia” dell’arcipelago, alla ricerca di calma, silenzio e concentrazione. Ed è questo il luogo in cui raggiunge l’acme la retorica della solitudine e dell’espiazione, che in fondo è il linguaggio artistico del pluripremiato regista di origini bolzanine.
Come dargli torto… L’ossimoro non è assolutamente peregrino: Alicudi è la più occidentale e la seconda più piccola tra le Eolie; un puntino di terra rocciosa è entrato da poco nelle rotte dei turisti e ancora può essere raggiunto per respirare momenti di tranquillità e rilassatezza che non hanno pari. Memorabile è la scena in cui Gerardo, l’amico intellettuale del protagonista, scappa a gambe levate da Alicudi perché capisce che non potrà usufruire della televisione.
Fa sognare quest’isola umile e gentile… così come gentile è il lento scorrere delle case di pescatori che dalla vetta di Piano Filo dell’Arpa - che la domina - giungono fino al mare. L’isola è abitata soltanto sul suo versante meridionale che digrada verso il mare in lenze (stretti appezzamenti) sostenuti da muretti a secco. L’altro versante più scosceso e battuto da venti, è accarezzato da fenomeni erosivi che spesso provocano affascinanti frane, chiamate sciare.
di Rosa Maria Ciulla
Data notizia: 11/4/2016
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