Gazzetta del Sud
Nuccio Anselmo
L'ultimo allarme in ordine di tempo lo lanciammo nel 2007: il cosiddetto "Relitto F", la splendida nave romana adagiata e nascosta sulla secca di Capo Graziano, a Filicudi, era divenuta un terreno di conquista per i "sub-pirati" che saccheggiano i fondali. Di recente, ad agosto, sarebbe accaduto un altro atto di depredazione. Nel 2007 a supporto di questa tesi ci fu il meticoloso lavoro del nucleo subacqueo dei carabinieri di Messina, che documentarono la presenza di cocci di anfore sparsi sul fondale e di uno scavo non censito a pochi metri.Adesso l'allarme è stato di nuovo lanciato dal "custode morale" del relitto, e si tratta di progettare un sistema complessivo per la sorveglianza e lo sfruttamento di queste immense risorse archeologiche sommerse, a Filicudi come a Messina, e ovunque siano stati segnalati in questi anni preziosi reperti. Quella nave romana naufragata intorno al 300 a.C. nel nostro mare eoliano va tutelata. Così come va al più presto definito un programma, con relativo finanziamento, per indagare i fondali davanti alla spiaggia di Acqualadroni, dove la settimana scorsa è stato rinvenuto un bellissimo rostro d'epoca romana, datato al 36 a.C., la data della battaglia di Nauloco.Ieri sera Philippe Tisserye, funzionario e archeologo della Soprintendenza del Mare, a proposito dell'allarme lanciato per il relitto di Filicudi ci ha dichiarato che è in corso nell'area una attenta attività di monitoraggio da parte del suo ufficio, e che degli ultimi fatti segnalati ad agosto sono stati già informati i carabinieri, che hanno iniziato un'attività di controllo nell'area. Vedremo gli sviluppi futuri.Il museo sottomarino dell'isola adesso è una realtà, i turisti e gli appassionati possono effettuare immersioni guidate a Capo Graziano, nei pressi della secca, fino a una profondità di 45 metri. E sui fondali si stagliano il "Relitto A", una nave di età ellenistica datata fra il III e il II secolo a.C. e i reperti sparsi nelle vicinanze. Ma è necessario adesso potenziare le strutture di controllo sottomarino per evitare che i soliti "sub-pirati" possano depredare la zona di reperti preziosi. Ma alle Eolie c'è un'altra emergenza da affrontare, vale a dire il colonnato romano deI II secolo d.C. che "riposa" nei fondali del porto di Sottomonastero, venuto alla luce questa estate durante i lavori di dragaggio. Anche qui bisogna decidere al più presto come procedere.
LE ANFORE
Le antiche anfore sparse sul fondo di Capo Graziano (nella foto quelle esposte al Museo di Lipari) sono la traccia più evidente di un relitto che da oltre duemila anni è custodito dal mare di Filicudi, nelle Eolie. Questo relitto è il cuore del "museo sommerso" che è stato di recente varato dalla Soprintendenza del Mare, visitabile dai turisti-subacquei: è possibile immergersi per scoprire i resti del cosiddetto "Relitto A", una nave di età ellenistica naufragata fra il III e il II secolo a.C., e i tanti altri reperti che si trovano sparsi nelle vicinanze.
, a cura di Peppe Paino
Data notizia: 9/17/2008
dalla nostra Daniela Bruzzone
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