Donne Calcio. Un binomio che ancor oggi in Italia risulta difficile da comprendere ai più. Quali difficoltà ha incontrato per potersi affermare professionalmente in questo settore? Sono maggiori i pregiudizi che ha riscontrato in Italia o all’estero?
Molti uomini, tanti uomini in questo mondo calcistico. Negli ambienti in cui sono stata accolta (non da parte dei colleghi poliziotti) ho affrontato delle discriminazioni, a volte velate, a volte meno. Cio’ mi é capitato soprattutto nei paesi dove culturalmente la donna conta quanto il due di picche. Ricordo una volta che le uniche cinque donne presenti (su più di 200 partecipanti) fummo messe a sedere, alla cena ufficiale con le autorità del paese, in un tavolo in un angolo della sala. Reagii male ma questa é un altra storia. Mai niente di tutto cio’ mi é mai capitato in Italia.
Abbiamo già detto che il libro è stato scritto a 4 mani, grazie alla presenza del giornalista sportivo Antonio Scuglia. Qual è stato il contributo che Scuglia ha dato all’opera e quanto vi siete influenzati nella stesura della stessa?
Con Antonio Scuglia abbiamo condiviso gli intenti del libro. Sui contenuti lui si é occupato della parte di cronaca sportiva italiana, la parte storica e delle federazioni calcistiche italiane. Io ho scritto su cio’ che conosco meglio, e cioé l’aspetto tecnico del match fixing, i risultati delle investigazioni, i giocatori che sono stati coinvolti nei casi dei match fixing, il ruolo della FIFA, UEFA, INTERPOL, diciamo di tutte le sfaccettature internazionali del fenomeno. In ogni caso Antonio e io ci siamo scambiati, via via che il lavoro procedeva, commenti e consigli su quanto scritto da ciascuno. Un bel lavoro interattivo devo dire!
di Carmen Peluso
Data notizia: 8/13/2016
dalla nostra Daniela Bruzzone
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