Panarea e Stromboli 8 ottobre
Ci risvegliammo di fronte a Panarea. Il vento era stato contrario tutta la notte e, malgrado i nostri uomini si fossero dati il cambio alla voga, non avevamo fatto molta strada: eravamo ad appena due miglia da Lipari. Il mare era perfettamente calmo: diedi quindi ordine al capitano di mettersi all'ancora e di fare le provviste per la giornata, ma soprattutto di non dimenticare le aragoste.
Dopo circa un'ora di sosta a Lisca Bianca, vedemmo la speronara che iniziava a muoversi e s'avvicinava a noi. Il capitano aveva eseguito alla lettera il mio ordine: aveva fatto una tale scorta di astici e di aragoste che non si sapeva più dove posare i piedi, tanto il ponte ne era invaso; diedi ordine di metterli tutti assieme e di contarli: ce n'erano quaranta.
Rimproverai allora il capitano, accusandolo di volerci rovinare, ma lui mi ribatté che avrebbe preso per sé quelli che non volevo, visto che non era possibile trovarne di così a buon mercato; veramente, quando ci rese il conto, dimostrò che la spesa assommava a dodici franchi: aveva comprato in blocco l'intera pescata d'una barca a due soldi la libbra. L'escursione a Lisca Bianca ci aveva risvegliato un tremendo appetito; demmo perciò istruzioni a Giovanni di mettere in pentola per noi e per l'equipaggio i sei esemplari più grossi di quella bella compagnia, poi, per non far mancare nulla al nostro spuntino, facemmo portare dalla cambusa sei bottiglie di vino.
Data notizia: 11/28/2016
dalla nostra Daniela Bruzzone
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