Guy de Maupassant (1850-1893) è uno dei maggiori scrittori del naturalismo francese, autore di diversi racconti e romanzi, di cui il più famoso è “Bel -Ami”.
Maupassant attraversò in lungo e in largo il Mediterraneo, da ciascuno dei suoi viaggi, intrapresi proprio sul suo yacht “Bel Ami”, tornava sempre carico di energia propulsiva che imprigionava nelle sue opere.
Nel suo racconto di viaggio “La vie errante”, esiste un capitolo dedicato al suo soggiorno in Sicilia nella primavera del 1885.
L’autore visitò anche le isole Eolie e in particolar modo Vulcano che ispirò le pagine contenute nel libro.
Abbandonando la visione oggettiva e distaccata, Maupassant si lascia a un lirismo ineguagliabile nella descrizione della sua scalata al cratere di Vulcano.
La fucina del fabbro degli dei è descritta con dovizia di particolari, con un uso di similitudini per cui la “sciarpa gialla” sono le ginestre che contornano Vulcano e lungo i suoi fianchi si distinguono “alcune case attaccate come conchiglie marine a uno scoglio”.
Ecco un passo tra i più poetici:
In fondo all’immensa cavità, chiamata «la Fossa», larga cinquecento metri e profonda duecento circa, una decina di fessure giganti e di enormi buche arrotondate vomitano fuoco, fumo e zolfo, con indicibile fragore. Si scende lungo le pareti dell’abisso, giungendo ai bordi delle furiose bocche. Tutto è giallo intorno a me, sotto i miei piedi e sopra di me, d’un giallo che confonde e acceca. Lo sono il suolo, le alte pareti e perfino il cielo. Il sole spande nell’abisso muggente la sua luce infocata che il calore della conca di zolfo rende dolorosa come un’ustione. Si vede ribollire il liquido giallo che scorre, si vedono sbocciare curiosi cristalli, schiumare acidi rilucenti e strani sull’orlo delle labbra rosse dei focolai.
Data notizia: 12/16/2016
dalla nostra Daniela Bruzzone
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