Come Dio comanda

Come Dio comanda Regia: Gabriele Salvatores; Sceneggiatura: Niccolò Ammaniti, Gabriele Salvatores, Antonio Manzini; Attori: Alvaro Caleca, Filippo Timi, Elio Germano, Fabio De Luigi, Angelica Leo; Fotografia: Italo Petriccione; Montaggio: Massimo Fiocchi; Anno di produzione: 2008; Durata: 103'; Tipologia: lungometraggio; Genere: drammatico; Paese: Italia; Ambientazione: Gemona del Friuli (UD) / Osoppo (UD) / Majago (PN) / Vajont (PN) / Frisanco (PN) / Farla di Majano (UD) / Pordenone / Torreano di Martignacco (UD); Produzione: Colorado Film, Rai Cinema;Distribuzione: 01 Distribution; Uscita Cinema: 12/12/2008 ; Formato: Colore ; Formato di proiezione: 35mm; Sito Web: http://comediocomanda.it.msn.com; Periodo delle riprese: 11 febbraio 2008 - 29 aprile 2008; Budget: 6,000,000 euro Il connubio artistico tra il regista Gabriele Salvatores e lo scrittore Niccolò Ammanniti, dopo “Io non ho paura“, dà vita a una nuova produzione sul grande schermo capace di far riemergere il cinema italiano dal baratro in cui sembrava essere scivolato per sempre. Si tratta di una favola nera, dai toni cupi, dai paesaggi desolanti e desolati in cui pare specchiarsi l’anima dei protagonisti: precari, sofferenti, incapaci di integrarsi, soli ma uniti da un profondo legame d’amore. Il bravissimo Filippo Timi è Rino Zena, uomo caparbio e violento e padre di Cristiano un adolescente timido e schivo. Il loro unico contatto con il mondo è Quattro Formaggi, ex collega di Rino, che, rimasto vittima dei fili dell’alta tensione, è a stento in grado di badare a se stesso ed è ossessionato da Dio, dal presepio e da una pornodiva bionda, perennemente in fermo-immagine sulla televisione di casa. L’unione tra padre e figlio rischia di essere messa in discussione dai servizi sociali che tentano periodicamente di strappare Cristiano dalla casa paterna, profilando per lui l’incubo dell’istituto. Eppure i due esistono l’uno per l’altro rappresentando reciprocamente l’unica chance d’amore in una vita di emarginazione e isolamento. Nessuna mano viene tesa realmente per offrire aiuto né a Rino né a Cristiano, ma solo minacce, giudizi implacabili, indifferenza. Poi sopraggiunge ineluttabile il volere del destino in una notte di pioggia, di lampi e tuoni, in cui riecheggia il rombo di un motorino e l’esaltazione felice di Quattro Formaggi. Il tempo si ferma: per i protagonisti è arrivato il momento di una nuova lotta per salvarsi dal nulla, dal buio, dalla paura di una vita senza amore. La trasposizione filmica del romanzo di Ammaniti si mantiene sostanzialmente fedele, a parte piccole variazioni indispensabili nel passaggio dalla parola scritta alle immagini, e anzi ne rappresenta il naturale completamento, come se i personaggi “intrappolati” nel romanzo chiedessero di farsi carne per raccontare in prima persona la propria sofferenza.

, a cura di Brunella Farina

Data notizia: 12/23/2008

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