PALERMO - Dopo settimane di tensione, quando sembrava che fosse stato raggiunto un accordo, la maggioranza di centrodestra all'Assemblea regionale siciliana si è di nuovo spaccata sul disegno di legge che riforma il sistema sanitario dell'Isola. L'ex magistrato Massimo Russo, titolare della Sanità nella giunta guidata dal leader dell'Mpa Raffaele Lombardo, si è rifiutato di sottoscrivere il testo della "concordia", nato soltanto lunedì scorso e frutto di una mediazione tra il suo ddl e quello degli alleati di Udc e Pdl.Secondo Russo, quei contenuti, cioè l'aumento del numero di Asl in tre delle nove province (Palermo, Catania e Messina), avrebbero fatto "gli interessi di certa politica". Ma secondo Pdl e Udc, "l'accordo era stato sottoscritto dal presidente della Regione - dice Innocenzo Leontini, capogruppo all'Ars del Popolo della libertà - che aveva anche partecipato ai lavori della commissione, illustrando i nuovi contenuti".L'accordo portava da 17 (quante ne prevedeva il ddl Russo) a 20 il numero di Asl in Sicilia, contro le attuali 29. Dal 2007 la Sicilia è sotto osservazione da parte del ministero che le impone di ridurre la spesa sanitaria. In mancanza di passi avanti si rischia il commissariamento.
, a cura di Peppe Paino
Data notizia: 2/6/2009
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