Una città in lacrime

Gazzetta del Sud Giovanni Petrungaro MILAZZO - Davvero troppo piccola la chiesetta di San Pietro per contenere tutti gli amici e familiari della giovane Alba Munafò e così a poche ore dall'inizio della funzione la decisione di spostare il rito al Duomo, nel centro di Milazzo.Una scelta opportuna che ha consentito ieri pomeriggio ai milazzesi di porgere alla ragazza l'ultimo saluto dopo il tragico incidente stradale di sabato notte sull'autostrada Palermo-Messina. Il freddo maestrale che soffia violento da due giorni sulla città del Capo e la pioggia, nulla hanno potuto contro la grande partecipazione di coloro che si sono stretti nel dolore di una morte davvero difficile da accettare. Tremila persone, forse più, ma in questo caso i numeri non hanno alcuna importanza. Tutta Milazzo, nel vero senso della parola, ha voluto portare il proprio cordoglio alla famiglia Munafò, distrutta dal dolore. In un silenzio spettrale, con la chiesa e il piazzale gremito, la tensione e l'emozione erano tangibili. Il viaggio verso la chiesa dalla casa di via Libertà, dove Alba abitava con i genitori, trasformato idealmente come un percorso del Golgota, in un silenzio composto, ormai rassegnato. Sui muri dell'abitazione, da domenica mattina c'è stampigliato un t.v.b. a significare «ti voglio bene» degli amici che hanno anche indossato una t-shirt bianca con la foto di Alba e, sul retro, una frase eloquente: "nessuno è meglio di te". Sulla bara due magliette delle squadre cittadine di calcio e rugby e un puledrino di peluche. Alba era una sportiva sostenitrice dei due club. Segni forti dell'affetto con cui si è voluto ricordare la diciannovenne, esempio di effervescenza ed esuberanza.All'arrivo in piazza Duomo, tra corone di fiori, palloncini bianchi, un vero e proprio bagno di folla. Tra i presenti occhi lucidi e coppie di adolescenti che si sono stretti facendosi forza l'uno con l'altro. In chiesa, chiamati a rompere quel silenzio pesante, intriso ancora di stupito dolore, i parroci del Duomo, del Sacro Cuore e della chiesa di San Pietro, Santino Colosi, Marco D'Arrigo e Giovanni La Spada che hanno concelebrato la cerimonia funebre. Nell'omelia, breve, partecipata, nel tentativo di dare conforto ai presenti i sacerdoti hanno fatto appello alla fede. Per spiegare la scomparsa di una giovane piena di vita, con la morte arrivata improvvisamente, i parroci si sono aggrappati alle sacre Scritture di San Paolo e al Vangelo di Giovanni. E cogliendo il grande sconforto e dolore che attanagliava i presenti hanno fatto un appello chiedendo «di non affidarsi alla ragione per spiegare questa morte, ma al Mistero di Gesù perché anche lui ha avuto una breve vita». Nessun'altra alternativa «perché altrimenti non si riuscirà ad accettare quanto accaduto, a sopportare il distacco da Alba». Parole che rimbalzavano nella navata della chiesa e nel piazzale entrambi gremiti, dappertutto sguardi bassi. Poi prima di lasciare la chiesa, alcuni pensieri. Di un'amica. «Non potrò mai dimenticare il suo carattere forte, allegro, pieno di gioia di vivere»; poi del padre Maurizio che ha letto un messaggio a lei dedicato, scritto qualche ora dopo la notizia del decesso e il rimpianto di "non esserle stato vicino abbastanza". «Alba – hanno aggiunto altri suoi amici - ci ha fatto conoscere il suo splendido sorriso. Un sorriso spontaneo, affettuoso, di chi vuole dirti tutto con un semplice sguardo, che vuole offrirti gioia, speranza e amore. Un sorriso che Alba ci ha lasciato per sempre e che vivrà in chi potrà continuare a sperare grazie alla sua generosità (riferita alla donazione degli organi voluta dai genitori ndr). Così avremo sempre la certezza che Alba sarà sempre in mezzo a noi». Ed infine la sorella Anna che, in lacrime, le ha chiesto scusa «per la litigata che quella sera (poche ore prima dell'incidente ndr), lei ed Alba, avevano avuto. Non abbiamo potuto riappacificarci, ma ti chiedo adesso scusa davanti a tutti – ha concluso, con la voce strozzata. Quindi la lunga processione verso il cimitero. Davanti al sagrato del Duomo l'ultimo saluto, attraverso le note di una delle canzoni che amava, "I migliori anni della nostra vita". Vissuti nel modo migliore, spezzati in maniera assurda.E alla famiglia Munafò un particolare messaggio lo ha voluto lanciare il padre della 29enne messinese che ha ricevuto il pancreas e un rene espiantati ad Alba. «Quello che hanno fatto è un immenso atto di generosità per il prossimo. Grazie».Il presidente del consiglio comunale Maurizio Capone ha reso noto che le attività consiliari sono sospese a partire da ieri e fino a sabato 14 febbraio per la tragedia che ha colpito la famiglia del consigliere comunale Maurizio Munafò. Sono stati annullati sia il consiglio comunale di oggi, sia le riunioni delle commissioni consiliari, fissate per domani mattina.

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 2/10/2009

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