Gazzetta del Sud
PALERMO- Il presidente della Regione Raffaele Lombardo e il premier Silvio Berlusconi dovrebbero incontrarsi forse oggi stesso o domani.
La visita del leader libico Gheddafi potrebbe fare slittare di qualche ora il faccia a faccia, cui si annette un'importanza decisiva per superare l'impasse nel governo siciliano e nello stesso Pdl. Il partito è spaccato e le lacerazioni, prima e dopo l'ultimo azzeramento della giunta, hanno alzato il livello dello scontro tanto da richiedere l'intervento personale del premier. Il gruppo che fa capo al sottosegretario al Cipe Gianfranco Micciché chiede la testa del coordinatore regionale Giuseppe Castiglione;e quest'ultimo e con lui il sen. Pino Firrarello rinfacciano la forza dei numeri portati a casa nelle Europee con l'elezione di due candidati da loro sostenuti. Ma è solo l'ultimo episodio di un crescendo di contestazioni, preceduto da una serie di attacchi che hanno dimostrato una convivenza difficile all'interno del Pdl. Impensabile poter continuare di questo passo e Lombardo si aspetta da Berlusconi un'iniziativa che faccia chiarezza anche sulla vicenda dei tre assessori del Pdl tornati in giunta e "sospesi" per scomunica dei coordinatori dal partito.
Con Berlusconi il governatore parlerà non solo di questo e dei tre posti in giunta ancora disponibili, ma delle intenzioni del Governo nazionale sui Fondi Fas. Promessi, assicurati non pervengono nella casse della Regione che aspetta queste risorse determinanti per il proprio bilancio.
Ecco cosa Berlusconi dovrà chiarire a Lombardo. Dopo di che, rientrato a Palermo, il presidente della Regione trarrà le sue conclusioni.
Il risultato conseguito dal Movimento per le autonomie nelle Amministrative con l'elezione di molti sindaci, così come anche per il riscontro positivo ottenuto nel Sud Italia, viene letto come un'altra positiva risposta dopo quella registrata alle Europee dall'Autonomia in Sicilia. Non è stato così nel Centro Nord ma all'Mpa fanno notare l'assoluta sproporzione di spazio televisivo nei talk show di maggiore ascolto che ha contribuito a non far conoscere la presenza delle forze minori nella competizione. Tema che meriterebbe una riflessione a parte. Quanto al previsto incontro Berlusconi- Lombardo, ieri il responsabile Mezzogiorno del Pd Sergio D'Antoni, ha dichiarato: «C'è da chiedersi quanto tempo dovrà ancora aspettare Raffaele Lombardo prima di essere ricevuto dal principe di Arcore e parlare dei quattro miliardi (fondi aree sottoutilizzate, ndr) sottratti alla Sicilia. Una cosa è certa: il governatore è già abbondantemente fuori tempo massimo. I fondi della Sicilia devono essere immediatamente sbloccati. Di annunci i siciliani hanno le tasche piene. Lo hanno dimostrato alle urne, punendo pesantemente il Pdl. Dopo un anno di immobilismo e sterili proclami Lombardo, che è leader di un partito di maggioranza nazionale, sappia far tesoro di questa lezione e compia atti politici concreti». Al premier si è rivolto con una lettera anche il deputato del Pdl Ugo Grimaldi ma per tornare al merito della campagna elettorale e a «tutte le furberie elettorali che hanno causato un deficit di consensi del presidente Berlusconi in Sicilia, riconducibili all'area che all'interno del partito si riconosce in Castiglione, Firrarrello e parte degli ex di An. Il presidente Berlusconi non può non essere informato – dice Grimaldi – di come è stata condotta la campagna elettorale: il far votare in molte zone della Sicilia, come emerge dai dati elettorali, Iacolino, La Via e Strano ha prodotto solo un danno d'immagine e di consenso per il nostro leader». Immediata la replica del neo europarlamentare Salvatore Iacolino : «In merito alle preferenze dei vari candidati nella provincia di Catania, mi preme sottolineare per maggiori chiarezza che pur sottraendo dai miei voti le preferenze raccolte in provincia di Catania, mi ritrovo comunque con un vantaggio di oltre 2.000 voti sul candidato che si è piazzato dopo di me» (cioè Michele Cimino, sostenuto dal sottosegretario Micciché).
E Iacolino aggiunge che con lo stesso criterio bisognerebbe calcolare lo scorporo in una provincia come Siracusa dove (a favore di Cimino) erano impegnati anche un ministro della repubblica, il vice presidente della giunta regionale, il presidente della Provincia, il sindaco del Comune capoluogo e l'ex presidente della commissione parlamentare antimafia. Questioni interne al Pdl, quindi di pertinenza di Berlusconi, ma che non interesseranno Lombardo.
, a cura di Peppe Paino
Data notizia: 6/10/2009
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