Eoliani - Siremar: è scontro infinito

Eoliani - Siremar: è scontro infinito Sulla mancata partenza da Milazzo, domenica 16 dicembre, del traghetto Siremar per Lipari abbiamo ricevuto la lettera dello "skipper" Giansanto Lo Giusto che pubblichiamo integralmente. " Il fatto: Domenica 16 dicembre 2007, porto di Milazzo, ore 17,30, cielo coperto, pioggia leggera intermittente, vento molto debole da sud est, un centinaio di persone in banchina in attesa di imbarco per Lipari. Aliscafi previsti in partenza alle 17,00, 18,00 e 19,00 sospesi in parte per avaria in parte per “condizioni meteo sfavorevoli”. La motonave Siremar “Antonello da Messina” prevista in partenza alle 18,30 non è in banchina, è ormeggiata fuori servizio accostata a murata al Molo foraneo, la biglietteria Siremar è chiusa con avviso, affisso poco dopo le ore 16,00, di “corsa sospesa causa condizioni meteo avverse”. La situazione metereologica generale di fatto è invece per nulla preoccupante e confermata anche da osservazioni dirette del mare effettuate da viaggiatori, tra cui il sottoscritto, provenienti da Taormina – Messina (Stretto e litorale Milazzese con mare quasi calmo e vento assente) e da notizie telefoniche dal porto di Lipari ove in quel momento l’altra motonave della Siremar “Giovanni Bellini” stava normalmente effettuando senza problemi le operazioni di imbarco per poi partire alla volta di Milazzo dove sarebbe poi giunta in perfetto orario intorno alle 20,00. Lo stupore e la perplessità di tutti coloro che si vedono bloccati, impotenti, sulla banchina del porto di Milazzo in una situazione che ha dell’incredibile, ben presto si trasforma in indignazione, ribellione e determinazione a mettere in atto qualsiasi azione possa essere utile a far valere le proprie leggittime ragioni ed esigenze. Si va alla Capitaneria di Porto, si chiede la verifica delle effettive condizioni meteo anche con il coinvolgimento dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Lipari, si chiede la motivazione scritta dal Comandante della Motonave a supporto del proprio rifiuto ad effettuare il servizio, si chiede l’intervento e la mediazione dell’Autorità Marittima, si paventa il ricorso all’Autorità Giudiziaria previa denuncia agli Uffici competenti, si raccolgono le firme per la denuncia……si fa…si deve fare….non si può continuare a subire…..si va alla nave…si vuole parlare con il comandante…si vuole anche avere un rapporto umano..diretto..faccia a faccia.. con chi ha il potere assoluto, insindacabile ed anche in questa occasione, irrevocabile, di decidere quello che al momento tutti non possono fare…tornare a casa! E tutto senza un effettiva, reale e comprovata situazione di pericolo che altrimenti avrebbe determinato decisioni senz’altro favorevolmente accettate e condivise. Al grido di… vergogna, vergogna.., che si accentua al momento dell’entrata in porto quasi beffarda della nave “Bellini” proveniente da Lipari, alla fine ci si avvia mestamente a trascorrere l’ennesimo forzato e costoso pernottamento milazzese. Le considerazioni: Ancora una volta sono prevalse l’arroganza e la strafottenza delle Società Marittime di Navigazione celate dietro il supporto dell’autorità assoluta attribuita ai loro comandanti da una normativa marittima sempre più spesso anacronistica rispetto alle prerogative della Società Civile dei nostri giorni; società nella quale sempre più si tende invece a condividere e ad allargare il concetto di autorità e di responsabilità ed a tutelare e garantire i diritti individuali e collettivi. Anche in mare, come in terra, si dovrebbe contemplare “l’abuso di potere” come l’infrazione di un giusto limite all’autorità laddove questa viene esercitata oltre le reali necessità. Anche in mare, come in terra, per cambiare le cose è necessario il confronto, anche lo scontro e dove non si arriva col buonsenso, il dialogo e la ragione ci si può comunque arrivare anche…con le sentenze dell’Autorità Giudiziaria. Giansanto Lo Giusto Sulla questione si registra anche l'intervento di Saverio Merlino del Pd, tra i 200 rimasti bloccati a Milazzo: "“ O il capitano della Bellini è un incosciente che mette a repentaglio le vite di passeggeri ed equipaggio- ha scritto- o il capitano dell’Antonello da Messina ha usato il proprio potere assoluto in maniera a dir poco superficiale!!! Il potere attribuito al comandante di una nave è naturalmente sacrosanto se serve a proteggere vite umane ma non lo si può utilizzare- ha concluso Saverio Merlino- con arroganza e protervia trattando i passeggeri come sudditi cui ammannire per verità rivelate motivazioni che, di fronte all’evidenza dei fatti, sono tutt’altro che oggettive e quindi quantomeno discutibili”.

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 12/18/2007

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