L'elezione di Laccoto spacca la maggioranza

Gazzetta del Sud Palermo- L'opposizione all'Assemblea regionale siciliana, col sostegno del partito del governatore, l'Mpa, strappa una casella strategica al Pdl: la presidenza della commissione Sanità, rimasta libera dopo il passaggio di Nino Beninati (Pdl) alla guida dell'assessorato ai Lavori pubblici. Il neo presidente è Giuseppe Laccoto del Partito democratico. Un risultato frutto dell'alleanza tra Pd e Udc che disponevano di 8 deputati su 15. Ma che ha potuto contare, a sorpresa, anche sui due del Movimento per l'autonomia, alzando nuovamente la tensione nella coalizione di centrodestra e nel governo, come dimostrano i velenosi scambi di accuse. Nonostante da tutti gli schieramenti siano giunte in apertura di lavori espressioni di apprezzamento per il ruolo già ricoperto da Laccoto come vicario durante il periodo di assenza di Beninati. Elementi che hanno influito sull'esito finale, avendo alcuni attribuito alla candidatura Laccoto una valenza istituzionale più che politica. Ma il Pdl parla di tradimento, e il primo risentito commento è di Pippo Limoli, che era il candidato del suo partito per il vertice della sesta commissione: «Non posso che sottolineare l'ulteriore attacco dell'Mpa alla maggioranza parlamentare voluta dall'elettorato siciliano. Il partito di Lombardo, votando con l'Udc e il Pd il candidato dell'opposizione alla carica di presidente della commissione Sanità, ha ancora una volta comunicato agli elettori qual è, per esso, la maggioranza all'Ars. La stessa Udc - continua - evidentemente, al di là delle chiacchiere dei mesi appena trascorsi, ha deciso di ricomporre i rapporti politici con l'Mpa in nome, magari, di una ritrovata sintonia. Si è verificato un voto congiunto fra forze di opposizione e di governo e il tradimento della volontà popolare che ben altra maggioranza aveva votato. Il Pdl non potrà che prenderne atto e agire alla luce di ciò». La battaglia dunque è solo cominciata e prelude a prossime occasioni di nuovi sussulti. «Dopo gli accordi in positivo finalizzati al rilancio dell'azione di governo - commenta il capogruppo degli "azzurri" Innocenzo leontini - l'Mpa ha ancora una volta deciso di fare corsa individuale appoggiandosi, stavolta, sulla sponda offerta dal Pd ma anche dall'Udc e comunque non in sintonia con l'elettorato siciliano che ben altra maggioranza all'Ars aveva votato». L'esito a sorpresa all'Ars non ha lasciato indifferente il coordinatore regionale Pdl Mimmo Nania: «In Sicilia si sentono i primi effetti della cacciata dell'Udc dalla giunta Lombardo. Ogni ulteriore commento sarebbe superfluo. L'unica cosa che mi sento di dire è che lascio alla valutazione di ciascuno cosa significa tradire il voto degli elettori». Prova a stemperare il tutto il neo capogruppo dell'Mpa Francesco Musotto: «Non si può attribuire al voto di oggi in commissione Sanità un significato politico che non c'è. Non si può pensare che questo voto delinei una nuova maggioranza, semplicemente perchè non vi è intenzione di delinearla. Allo stesso tempo, comunque, nessuno può pensare di non rispettare l'autonomia sovrana del Parlamento e delle sue articolazioni, che sono eletti dai cittadini di cui sono espressione, esattamente tanto quanto lo è il governo della Regione». Per Saverio Romano, segretario regionale Udc, «è l'ennesima dimostrazione della fragilità di questo governo e della pochezza della maggioranza, non fosse altro che per le modalità della sua elezione, con una maggioranza divisa al suo interno da personalismi e vendette che vengono consumate in dispregio del bene primario della Sicilia e dei siciliani. La convergenza compatta delle forze di opposizione sul nome di Laccoto e il voto favorevole in tal senso anche di due deputati dell'Mpa – aggiunge Romano – rivelano l'assoluta mancanza di coesione di un governo e la mancanza di una maggioranza politica che sta in piedi per motivi poco nobili e che è destinata a cadere per lo stesso genere di motivazioni». Soddisfatto il segretario regionale del Partito democratico, Francantonio Genovese, che il giorno prima aveva auspicato il patto tra i due partiti della minoranza. «Non so se è vero - ha detto, riferendosi alle dichiarazioni del capogruppo del Pd all'Ars Antonello Cracolici – che "per fare opposizione non servono alleanze", ma certamente bene hanno fatto Pd e Udc a far convergere i loro voti su un unico candidato». Che secondo Cracolici era la migliore proposta in campo per una commissione chiamata a discutere argomenti delicati e centrali.

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 7/17/2009

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