Legge sullo sviluppo rinviata a settembre

Gazzetta del Sud Michele Cimino Palermo- Senza soldi, impossibile varare leggi di spesa, per cui il disegno di legge per lo sviluppo, atteso in aula per il 28 luglio, slitta a settembre. Ad informare la commissione Finanze del cambio di programma è stato lo stesso assessore al Bilancio Roberto Di Mauro che, in alternativa, ha proposto e ottenuto l'esame e l'approvazione all'unanimità di un provvedimento in materia di rifiuti, che prevede il passaggio dalla Tarsu , la tassa rifiuti solidi urbani, alla Tia, la tariffa di igiene ambientale. «Con questa norma, in attesa che il Parlamento regionale vari la riforma organica degli Ato rifiuti - ha spiegato Di Mauro - si garantiscono le risorse finanziarie necessarie a non pregiudicare i bilanci delle società d'ambito, evitando che i comuni soci degli Ato debbano approntare risorse per coprire le perdite delle società». Il ddl per lo sviluppo, che in realtà è uno stralcio dell'ultima Finanziaria, prevede, oltre al finanziamento alla fiction "Agrodolce", norme in materia di formazione professionale, l'integrazione del fondo Crias, finanziamenti per l'Esa e i consorzi di bonifica. Se ne riparlerà alla ripresa autunnale. «Mentre la crisi economica va avanti, il governo Lombardo va indietro», hanno commentato i rappresentanti del Pd in commissione, Giuseppe Lupo, Elio Galvagno, Giovanni Panepinto, Camillo Oddo e Baldo Gucciardi, che, però, hanno approvato il disegno di legge sui rifiuti, proposto dal governo, anche se ritengono che sia stato stravolto il testo del progetto di riforma degli Ato esaminato sei mesi or sono dalla commissione Ambiente, presieduta da Fabio Mancuso del Pdl, e ancora non trasmesso all'aula. Il rinvio a settembre della legge sullo sviluppo non è piaciuto neppure al rappresentante in commissione dell'Udc Nino Dina che, però, ha votato il provvedimento del governo perché «consentirà agli Ato di riscuotere i crediti vantati per ripianare il deficit». Il tutto, mentre la segretaria regionale della Cgil Mariella Maggio, avviando i lavori del direttivo, avvertiva: «Se il governo regionale non darà risposta alla richiesta di confronto sui gravi problemi aperti in Sicilia e sul crescente disagio sociale, dopo l'estate andremo alla mobilitazione generale, un'ipotesi su cui è in atto la discussione tra Cgil, Cisl e Uil ed esiste già un convincimento comune». Mariella Maggio ha, quindi, illustrato alcuni dati che confermerebbero «il disastro economico e occupazionale dell'Isola». Eccoli: cassi ntegrazione ordinaria cresciuta rispetto al 2008 del 170, 71%, disoccupazione al 13,8% che diventa 40% nella fascia tra i 15 e i 34 anni, tasso di occupazione al 44,1%, cioè 15 punti in meno della media nazionale. «Il tutto - ha detto - in una Sicilia dal tessuto produttivo frammentario (il 90% dell'impresa ha da 1 a 5 addetti), una struttura produttiva che vede l'80% dell'occupazione concentrata nel terziario e nei servizi, col lavoro nero che viaggia su percentuali medie superiori al 22%. E al disagio dei lavoratori attivi si aggiunge quello degli anziani in una regione dove l'80% delle pensioni ha meno di 1.000 euro al mese».

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 7/24/2009

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