Sono esauriti da settimane i biglietti per l’opera «La traviata» che, nel memorabile spettacolo del regista Henning Brockhaus e dello scenografo Josef Svoboda, sabato 7 novembre, alle ore 20.30 (e in replica domenica 8, alle ore 18), inaugura la Stagione 2009-2010 del Nuovo Teatro Verdi.
Il pluripremiato allestimento dello Sferisterio di Macerata arriva a Brindisi nella ripresa della Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi, capofila di una coproduzione a più voci con protagonista la Fondazione Nuovo Teatro Verdi, che con questa doppia rappresentazione offre da un lato un’occasione unica al pubblico pugliese per assistere a uno spettacolo storico, e dall’altro apre nuove prospettive per il teatro d’opera nella nostra regione, dove accanto al ricostruito Petruzzelli di Bari si afferma un’ulteriore contenitore per la lirica di qualità, recentemente oggetto di un accurato lavoro di restyling con l’allargamento del golfo mistico, adesso in grado di contenere sino a settanta orchestrali.
C’è voluto mezzo secolo affinché la città avesse un più moderno teatro comunale dopo l’abbattimento del vecchio Verdi, che nel 1903 fu tenuto a battesimo proprio con «La traviata». Ora, con una prestigiosa produzione, il Nuovo Teatro Verdi recupera un pezzo della propria storia, per consolidare quel ruolo di considerazione in ambito teatrale che in appena un triennio di attività è riuscito a costruirsi con proposte di spettacolo di riconosciuto valore.
Inaugurato nel dicembre 2006 con un concerto diretto da Riccardo Muti, dopo un’attesa durata cinquant’anni, il Nuovo Teatro Verdi promuove, dunque, un nuovo palcoscenico per la grande lirica e avvia un percorso ambizioso con la «migliore Traviata dell’ultimo ventennio», come hanno scritto molti autorevoli critici.
È la celebre Traviata «degli specchi», allestimento nel quale Brockhaus - con una lettura onirico-espressionista - spalanca una finestra sconvolgente sull’immortale personaggio verdiano. Le scene di Josef Svoboda, il più grande scenografo moderno, sono costruite intorno a una gigantesca superficie riflettente, nella quale si riverberano i drammi di Violetta, la sua passione di vivere e la sua solitudine. E in questo ambiguo effetto di straniamento si compie uno straordinario coinvolgimento del pubblico, trascinato all’interno di uno spettacolo radicale nel quale Brockhaus interpreta, con la tecnica del «teatro epico» d’impronta brechtiana, gli atteggiamenti e le ragioni sociali ed ideologiche dell’epoca. In altre parole, come dice lo stesso regista, si dimostra la storia davanti al pubblico, con lui la si rilegge, e poi si vede cosa succede.
Giampaolo Maria Bisanti dirige l’Orchestra Filarmonica Marchigiana e un cast composto prevalentemente da giovani ma già affermati interpreti. Nel ruolo della protagonista, Violetta Valery, si alternano (nelle due recite) Uni Lee e Valeria Esposito, così come Pietro Pretti e Salvatore Cordella nella parte di Alfredo Germont e Simone Piazzola e Filippo Bettoschi in quella di Giorgio Germont. Cantano anche Daniela Innamorati (Flora Bervoix), Nan Zheng (Annina), Ratmin Ghazavi (Gastone), Abramo Rosalen (Dottore Grenvil), Mattia Olivieri (Barone Douphol) e Matteo Ferretti (il Marchese d’Obigny).
I costumi sono di Giancarlo Colis, le coreografie di Susanna Giarola. Mentre Benito Leonori firma la riduzione dell’allestimento scenico di questa coproduzione, nella quale, insieme alla Fondazione Pergolesi Spontini e al Nuovo Teatro Verdi, sono coinvolti i Teatri S.p.A. di Treviso e il Teatro dell’Aquila di Fermo.
, a cura di Alfredo Gennaro D'Agata
Data notizia: 11/2/2009
dalla nostra Daniela Bruzzone
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