“L’Architettura è il gioco sapiente, rigoroso e magnifico, dei volumi assemblati nella luce” diceva il genio di Le Corbusier. E voi seguiteci in questo affascinante viaggio: trasmetteremo in quattro puntate un reportage a firma della nostra collaboratrice Artemisia Battista.
LIPARI - Arrivi a Lipari e te ne innamori. Ti entra nel cuore e nella testa, con la sua storia; nel naso e nella pancia con i suoi odori, i suoi profumi e la sua tradizione culinaria; e, per chi è architetto, anche nelle mani. Ed è proprio dalle mani di un architetto, Fabrizio Miccò, dalle origini romane, che è nato il progetto di ristrutturazione di un’abitazione sull’ isola eoliana.
Un’abitazione come tante che, grazie alla sensibilità e alla forza del tratto del progettista, ha assunto una nuova forma, consolidando la propria identità di “architettura spontanea, eretta con materiali poveri quali i sassi levigati dalle maree”, come la definisce lo stesso Miccò.
La storia del progetto è indissolubilmente legata alla realtà del luogo. Comincia, infatti, con un viaggio di coloro che diventeranno, poi, i committenti. L’isola li colpisce a tal punto da portarli ad acquistare una casa e a volerle donare un volto nuovo; a volerle ridonare, anzi, un nuovo splendore.
La scelta della persona a cui affidare un incarico così importante, quello di (ri)creare degli spazi che poco alla volta prenderanno il nome di “casa”, non è casuale, ma è il naturale punto di arrivo di una ricerca, attenta e minuziosa. Così la strada dell’architetto romano cambia il suo tragitto e giunge a Lipari, e comincia un tacito rapporto con un lembo di terra circondato dal mare, che affonda le sue radici in un do ut des: l’isola travolge la mente del progettista con spunti, ispirazioni, stimoli che diventeranno, dulcis in fundo, Architettura.
di Artemisia Battista
Data notizia: 6/16/2016
dalla nostra Daniela Bruzzone
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