“Qui su l'arida schiena/ del formidabil monte/ sterminator Vesevo,/ la qual null'altro allegra arbor né fiore,/ tuoi cespi solitari intorno spargi,/ odorata ginestra”
Continua il nostro viaggio tra i colori dell’arcipelago eoliano e per questa puntata abbiamo scelto il bagliore di Vulcano, l’isola più a sud dell’arcipelago, chiamata così non a caso, perché formata da be tre vulcani, Monte Aria, Vulcanello e il Gran Cratere, l’ultimo dei quali l’unico ancora attivo.
Dunque, se i versi de “La ginestra” di Giacomo Leopardi si riferiscono ad un contesto campano, anche l’isola di Vulcano è costellata da gialle ginestre, abbarbicate fra le rocce o perse nei prati, che brillano a macchie proprio lì, dove l’isola è nuda.
La ginestra odorosa è un fiore tipico dell’area del Mediterraneo ed è una pianta che sviluppa le sue radici in profondità: proprio per questo si trattiene sulle pendici dei vulcani e ne consolida il terreno.
Salendo sul cratere principale, tra il vapore, i cristalli di zolfo ne richiamano la luce. Lo zolfo si trova allo stato nativo proprio nelle vicinanze di sorgenti calde e di vulcani (da cui l'arcaico nome inglese brimstone, dove brim è l'orlo del vulcano).
Giallo lo zolfo, così com’è giallo un limone, proprio per accogliere il riverbero della luce del sole, che qui accarezza le morbide colline.
Bagni di fango, sorgenti calde, una sola strada che la taglia da parte a parte fino alla spiaggia di Gelso, minuscola, accanto a un faro…Ma questa sarà un’altra storia…
di Rosa Maria Ciulla
Data notizia: 3/31/2016
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