“La riforma Gelmini è contro il diritto allo studio”. A pensarla così è Mino Borraccino, consigliere provinciale e regionale dei Comunisti Sinistra Popolare (Csp).
Per Borraccino, infatti, “con l’introduzione del test d’accesso anche per le borse di studio, si istituisce un fondo gestito dal ministero dell’Economia e non più dal ministero, al quale – ricorda Borraccino - possono accedere gli studenti che vogliono puntare alla borsa di studio, sperando nella fortuna di essere estratti, quasi partecipassero ad una specie di lotteria e non alla soddisfazione di un diritto costituzionalmente garantito”.
Borraccino aggiunge: “Ciò che preme al governo, a quanto pare, non è la qualità della didattica, il rafforzamento del diritto allo studio ma penalizzare l’Università pubblica a favore di metodi privatistici di gestione, come si evince dai tagli di bilancio previsti. Più privato meno pubblico. Questo è l’obiettivo della controriforma, anche per la presenza del 40 per cento assicurata ai privati nei consigli d’amministrazione degli Atenei. Non si tratta – conclude Mino Borraccino – solo di tagli il ministro Gelmini ha in mente una strategia ben precisa estirpare, sradicare il cuore pubblico dalle università italiane. Su questo, non ci sono dubbi. E contro questo, i democratici di questo Paese devono mobilitarsi”.
, a cura di Alfredo Gennaro D'Agata
Data notizia: 11/9/2009
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