LEO GULLOTTA

LEO GULLOTTA

Grandissimo attore, amato dal pubblico, grande nei ruoli comici ma anche in quelli drammatici. Straordinario ed indimenticabile in Nuovo Cinema Paradiso. Doppiatore. Spazia dal cinema alla televisione al teatro dove in questi giorni ha sospeso la fortunatissima tourneè “L’uomo, la bestia, la virtù” di Pirandello per calcare le tavole televisive del Salone Margherita per il sabato sera di Canale Cinque. Questo e anche di più è Leo Gullotta personaggio pubblico. Ma Leo Gullotta è soprattutto un grande uomo. Impegnato nel sociale, vale la pena cliccare il suo sito per conoscerlo meglio. Cominciata l’avventura con Lipari.biz, chiestomi di fare una rubrica di interviste - il mio cavallo di battaglia - ho subito pensato a Gullotta. Non solo io. Caterina e Lina, messinesi doc e fans sfegatate di Gullotta con cui ho parlato della nuova rubrica, mi hanno dato subito il tormento chiedendomi di rintracciare il loro catanese preferito. L’ho chiamato e, incredibile nel nostro mondo, con puntualità ed educazione uniche mi ha richiamato ed ha trovato il tempo per l’intervista e per la foto insieme!!!! Ogni chiacchierata con Leo ti regala un’emozione. Leggere per credere. Da Black Out a Biberon 3 in Rai, da Cream Caramel a Gabbia di matti su Canale Cincu (come annunci tu)…il Bagaglino è casa tua? Il Bagaglino è ritrovare degli amici con cui per tantissimi anni, in televisione ventuno, hai condiviso tanti spettacoli. Penso al grande Oreste. E’ come trovare la famiglia quando fai il militare. Da tre anni sono in giro con “L’uomo, la bestia, la virtù” a teatro e per motivi televisivi concluderò le repliche a Nord Ovest (dallo Stabile di Torino a Genova) dopo “Gabbia di matti”. La piacevolezza è lavorare tanto, fare le prove, una tecnica in disuso ma che permette di preparare la puntata per filo e per segno. Che personaggio pubblico metteresti in gabbia? Ci sono tutti, non ne manca nessuno, secondo l’andazzo settimanale finiscono dentro! Cosa è cambiato e cosa deve cambiare nella trasmissione per continuare a divertire gli italiani, che sicuramente non ne possono più della nostra vita politica? La formula è quella, è divertente e non si cambia! Da anni ci si rifà alla cronaca televisiva e politica della settimana. Registrando quello che accade nel palazzo politico e televisivo settimanalmente offriamo la nostra Italia. Anche quella noiosissima. All’orizzonte nulla di nuovo…e vale per tutta la televisione, dove regna l’omologazione tranne per poche eccezioni come Crozza Italia su La Sette, bella entità televisiva, bella anche la trasmissione di Piroso che con “Niente di personale” si ascolta e si guarda con curiosità e interesse, perché trasmissione non finta ma naturale, piacevoli Chiambretti e la Dandini. Gli accordi fra televisioni rendono le realtà appiattite… Un aggettivo per Ninni Pingitore, per Pippo Franco, per Oreste Lionello e per Martufello. Accomunerei tutti nella straordinarietà umana e professionale. Li conosco benissimo, lavoriamo gomito a gomito da decenni. Nel nostro lavoro la stima professionale e umana ti permettono di mostrare al pubblico quella parte finale, lo spettacolo, in cui tutto sembra leggero. Ognuno di noi ha un proprio settore di cui occuparsi, abbiamo ormai una grandissima intesa l’uno con l’altro, siamo gli esecutori. Ninni è il creativo: è capace di preparare il discorso anche nella stessa giornata. Quali sono i tuoi progetti futuri? Per il sabato televisivo ho sospeso la tourneè “L’uomo, la bestia, la virtù”, prodotto dal Teatro Eliseo, con cui ci sono altri progetti. Probabilmente girerò nei mesi di giugno e luglio un film sull’immigrazione tratto da un libro. Spazi da ruoli comici a drammatici, hai interpretato tantissimi personaggi, hai preferenze per qualcuno in particolare? E’ come dire ad una mamma di scegliere un figlio. L’attore offre interpretazioni differenti tra loro, ma ugualmente amate e vissute. Un medico può curare solo raffreddori? No! L’attore dovrebbe essere conoscitore di linguaggi ed ha una sua chiave tecnica per arrivare alle diverse interpretazioni. Teatro, cinema, fiction o televisione. Scegli. Dopo quarantadue anni ti posso dire che certamente a teatro hai il rapporto diretto col pubblico, che scatena un’emozione diversa, ogni replica è sempre una nuova partita a ping pong. Quanto ti piace il tuo lavoro? Qual è il segreto per diventare bravi come Leo Gullotta? Mi sento un privilegiato, ho lavorato nello spettacolo a trecentosessanta gradi. Arrivo con grande curiosità ed entusiasmo a qualunque nuova parte mi offrano. La verità è che mi avvicino al personaggio che devo interpretare per offrire al pubblico la migliore performance possibile. Ritengo indispensabili attenzione e rispetto per il lavoro e per il pubblico. Leo Gullotta e la solidarietà. Solidarietà è ricordare sempre di avere attenzione e rispetto verso gli altri. Saper dare una mano, regalare un sorriso, essere attenti nella quotidianità. Non sono solo i 50 euro a Telethon. La semplicità di un gesto, la voglia di farlo e farlo in silenzio. Ho aperto il tuo sito dove ho trovato i tuoi appunti. Che ne pensi di www.leogullotta.it? Chi desidera può conoscere una buona parte di me nel mio sito, dei pensierini che sono nella mia mente…. Quanto ti manca la tua terra? Non sono uno di quelli cui manca la terra, ce l’ho dentro. D’altronde non si può avere tutto. Certo quando torno in Sicilia è come se tornassi nel grembo della mamma e amandola moltissimo mi fa incavolare davvero trovarla dopo anni con gli stessi problemi mai risolti, nonostante gli slogan dei politici susseguitisi nel tempo. Per concludere, per Lipari.biz, anni fa proprio tu hai consigliato a me, vacanziera Vulcanara dalla nascita, di spingermi fino a Filicudi e Alicudi. L’ho fatto, ovviamente avevi ragione. Che ricordi hai delle Eolie? Sempre bellissimi. Di tanti e tanti anni fa. Mi ricordo di aver partecipato ad un Festival del Cinema. Ho conservato il dono del dio dei venti. Dovrei tornarci. Bisogna uscire dalle quattro mura di casa. In casa non c’è la verità, in tv non c’è la verità. Bisogna uscire, frequentare con grande rispetto verso la natura quei posti incantevoli, in cui la follia turistica dimentica che la terra è la casa delle persone e la storia di un popolo. Temo la troppa offerta pubblicitaria in un luogo che non dovrebbe essere frequentato da macchine. Vorrei invitare tutti gli operatori a parlare un po’ meno per facili slogan, fatti per la pasta barilla e per le saponette, e a far rispettare davvero questi luoghi magici. Grazie Leo. Sei grande!



Daniela Bruzzone

Data notizia: 1/31/2008

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