Gazzetta del Sud
Peppe Paino
Lipari
Una bara con tanto di carro funebre, i necrologi per le vie del centro, due preti, veri, in testa al corteo (mons. Gaetano Sardella e don Giuseppe Mirabito) e la gente di Acquacalda sostenuta da una cinquantina di isolani.
Si è celebrato ieri il tanto atteso "funerale" della borgata. Rappresentazione dell'esasperazione raggiunta da chi, da più di un anno, tra dissesto idrogeologico, contenziosi e ritardi amministrativi vive in estreme condizioni di disagio e per questo attende segnali forti e chiari da quelle istituzioni - Regione, Provincia e Comune -, nei confronti delle quali si nutre ormai diffidenza e scarsa credibilità. I problemi sono noti: la ripresa delle opere di messa in sicurezza, a Porticello, nella zona pomicifera per liberare, nella fattispecie, la circolazione veicolare, da e verso la borgata, da ostacoli e pericoli; la ripresa delle opere di messa in sicurezza dell'abitato costiero di San Gaetano bloccate da un contenzioso con la ditta esecutrice: ha intascato 800 mila euro ma la zona è più esposta di prima alla pericolosità dei marosi. Ed ancora, il pontile dell'Italpomice, semidistrutto dalle mareggiate, definito pericolante e per questo, in attesa del via libera della Regione per la rimozione nonostante il ricorso delle ditta. Il corteo si è radunato nel largo San Pio per poi snodarsi per le vie del centro fino a raggiungere il palazzo comunale. «Non per Padre Pio ma noi confidiamo anche nel nostro San Gaetano» ha affermato, non tanto scherzosamente, il presidente del comitato della frazione Enzo Mottola ricordando che «si tratta di questioni umane alle quali l'uomo deve saper porre rimedio. O dobbiamo vedere prima i morti anche da noi ?».
Mons. Gaetano Sardella ha evidenziato come «questi momenti sono importanti per la gente di Lipari altrimenti andremo a finire nelle mani di chi non comprende le nostre esigenze. Acquacalda chiede solo di vivere nella dignità». Il sindaco Mariano Bruno ha riassunto in un documento tutti i fondi ottenuti, ministeriali e regionali, per gli interventi previsti sui problemi più volte esposti.
«L'amministrazione comunale - ha detto - ha fatto tutto il possibile. La burocrazia deve fare il suo corso. Ma ognuno - ha concluso, sibillino - deve assumersi le proprie responsabilità anche perché si deve ricordare che sono in pericolo tutti i tornanti di Acquacalda». Insomma, un "funerale preventivo" per far capire cosa potrebbe accadere in assenza di concreti interventi. La protesta degli abitanti di Acquacalda, frazione di Lipari flagellata dal mare e dalla montagna e dimenticata dalle istituzioni vuole essere un monito e un avviso: nessuno domani dica di non sapere.
, a cura di Peppe Paino
Data notizia: 12/4/2009
dalla nostra Daniela Bruzzone
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