Fino alla seconda metà del secolo scorso, del chiostro normanno di Lipari non se ne sapeva l’esistenza, occultato da successive strutture architettoniche, ivi comprese quella della cattedrale, fu riportato alla luce dagli scavi archeologici condotti dal 1980.
Il chiostro di Lipari si ricollega alla tradizione edificatoria benedettina cluniacense costruito intorno al 1131, insieme al monastero, quando l’abate di Lipari fu innalzato a dignità vescovile. Alla distruzione del monastero nel 1544 dal pirata Barbarossa, così come parte dell’antica cattedrale di San Bartolomeo, seguì un generale rinnovamento dell’edificio chiesastico che si dotò di due navate laterali, la costruzione di quella di destra provocò l’inglobamento di parte del chiostro a Nord. Gli altri tre lati furono tramezzati e suddivisi in ambienti più piccoli, uno di essi divenne una cappella oratorio che, nel corso del XVII sec., si adibì a luogo sepolcrale, mentre gli archi e le colonne furono nascosti completamente. Sul lato Sud del vecchio chiostro fu eretta anche la sacrestia dell’oratorio e a Ovest sorse l’attuale cappella battesimale. S’ipotizza che i vani così ricavati servissero a celle conventuali o di detenzione.
I restauri degli anni ottanta furono consequenziali al ritrovamento delle prime colonne con capitelli in uno di questi ambienti minori. Apparve evidente che il chiostro era stato realizzato con il reimpiego di blocchi squadrati, provenienti da monumenti greco-romani. Si trovarono tracce della pavimentazione originaria, fatta con filari di lastroni litici e tracce di pavimento a mosaico, appartenuto a un’abitazione romana di età imperiale. Il chiostro normanno di Lipari è ancora oggi un luogo ricco di fascino, grazie soprattutto alla particolarità dei vivaci capitelli raffiguranti animali mostruosi o colombe che beccano datteri, le antiche colonne che sorreggono le volte a crociera e la pace e il silenzio che gli conferiscono un aurea magica, sospeso nel tempo e nella storia.
di Melissa Prota
Data notizia: 1/27/2015
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