Il Capparis Spinosa, secondo l’uso popolare, era l’attenuatore per una malattia, molto diffusa in passato, che comportava la presenza di febbre alternante e formicolio alla milza. Per preparare la cura, si pestavano in un mortaio di marmo, utilizzando un pestello di legno, la scorza della radice del cappero selvatico e la scorza della radice del noce. Una volta ottenuto l’impasto, lo si poneva al mattino sulla milza, tenendo fasciato per tre settimane, ma rinnovandolo ogni giorno, fino alla scomparsa della febbre. Altre piante tipiche della flora eoliana sono le opunzie (opuntia ficus indica Mill), caratterizzate da un fusto piatto e da foglie spinose, che producono frutti dalla forma ovoidale e dal colore variabile dal giallo al rosso. I fichi d’India, talmente presenti nel paesaggio eoliano da esserne diventati quasi il simbolo, sono, in realtà, piante tropicali sud-americane che, in seguito, si sono naturalizzate e diffuse nel bacino del Mediterraneo. La loro fioritura è prevista in primavera avanzata ed in estate e se ne possono utilizzare sia i fiori che i frutti. Questi ultimi, che solitamente si raccolgono a fine estate, si consumano solo freschi e possono essere utilizzati anche per fare delle deliziose marmellate ed una ottima mostarda. I fiori, colti anch’essi in estate, si essiccano all’ombra e si conservano, poi, in recipienti chiusi al riparo dalla luce. Queste piante contengono numerosi principi attivi: zuccheri, stimoline vegetali, acido glutammico, acido citrico, acido malico, acido ossalico e vitamina C. Secondo la medicina popolare, il fico d’India veniva utilizzato come infuso di fiori contro acidità e bruciori di stomaco.
di Francesca Zampaglione
Data notizia: 11/25/2015
dalla nostra Daniela Bruzzone
Dalle nostre ricette ingredienti per 4 persone... scoprile!