Centro Studi, presentato il libro di Paola Pajno

Comunicato Giovedì 26 agosto 2010, presso i giardini del Centro Studi di Lipari, è stato presentato il libro “Uno sviluppo SOSteM/nibile” di Paola Pajno. Un’opera che va a valorizzare la ricca collezione di volumi editi dall’associazione culturale eoliana, trattando un tema – quello dello sviluppo sostenibile – di notevole rilevanza, sia a livello internazionale che locale; infatti, solo attraverso progetti realizzati tenendo conto delle singole situazioni ambientali e delle bio diversità territoriali, è oggi possibile portare a compimento la costruzione di un mondo più umano. Non a caso, le parole “umano” ed “interdipendenza” hanno accomunato gli interventi dei relatori della serata; interdipendenza tra governo globale e diritto locale, tra uomo, economia e natura, tra paesi economicamente avanzati e paesi in via di sviluppo. Come ha evidenziato il prof. Angelo Ferro, è abbracciando quest’ampia prospettiva che lo studio della dott.sa Pajno si propone di affrontare il problema di uno sviluppo sostenibile, non solo nel breve ma anche nel lungo periodo. Uno sviluppo che collochi al centro i molteplici bisogni dell’individuo e che si ponga l’obiettivo di riuscire a soddisfare le esigenze della generazione attuale, senza compromettere alle generazioni future l’opportunità di soddisfare le proprie. La necessità di valorizzare una nuova tendenza – ha spiegato Giovanni Gorno Tempini, amministratore delegato della Cassa Depositi e Prestiti – è confermata dalla crisi economica che negli ultimi anni ha lasciato sulle spalle del mondo occidentale un fardello di debito non indifferente. Paradossalmente, al momento, sono i paesi emergenti a generare ricchezza, finanziando il deficit americano. “È necessario – afferma Tempini – individuare delle nuove regole universali, di metodo e di sostanza”. Prima, tra tutte, la norma secondo cui l’economia non è un fine ultimo, ma è il diritto a dover prevalere su qualsiasi interesse. L’importanza dell’etica all’interno dell’ambiente finanziario è stata puntualizzata anche da Mons. Giovanni Marra, il quale ha evidenziato la necessità di riscoprire i valori della fraternità e della carità. “Ma non deve essere una carità che uccide”, ha precisato la dott.sa Pajno. L’elemosina istituzionalizzata è, di fatto, il maggior danno che si possa fare a questi paesi, se non accompagnata da un adeguato coinvolgimento delle popolazioni locali. Bisogna, invece, comprendere che l’eliminazione della povertà non è solo un atto di carità ma anche un nostro preciso interesse, in quanto povertà e terrorismo sono indissolubilmente legati. L’annullamento della fame – obiettivo ambizioso ma non utopistico – è, quindi, un presupposto essenziale per la pacifica coesistenza tra i popoli, perché, come disse Paolo VI, “lo sviluppo è il nuovo nome della pace”.

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 8/27/2010

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