Beni culturali, Campo spiega la roteazione

Beni culturali, Campo spiega la roteazione Dopo l'articolo l'intervista realizzata lo scorso aprile al direttore generale dei Beni culturali Gesualdo Campo sul presunto ridimensionamento del museo di Lipari. Gazzetta Del Sud «Non è mio compito intervenire sulle dichiarazioni dei vertici politici cittadini in ordine agli incarichi dirigenziali relativi alle strutture intermedie del Dipartimento regionale dei beni culturali e dell'identità siciliana, che dirigo dal gennaio scorso, presenti a Messina e nei territori delle nove province dell'Isola, ma è mio dovere non sottrarmi alla responsabilità dei loro conferimenti attribuitami dalla legge». Interviene l'architetto Gesualdo Campo, dirigente del Dipartimento dei Beni culturali della Regione siciliana per chiarire, dal suo punto di vista, gli aspetti legati alla "riforma" voluta dal presidente Lombardo. «Distante da ogni intento polemico – precisa Campo –, desidero evidenziare che i titolari di 5 Soprintendenze su 9 non sono nati nè radicati nei territori di loro competenza e ciò, certo, non in violazione del principio di autonomia, questo riguardando la gestione politica e non quella amministrativa: anche i concorsi banditi da Comune e Province sono pubblici su scala almeno nazionale e i principi di mobilità e rotazione sono contemplati negli ordinamenti di Stato ed Enti locali dal 1993 e in quello regionale del 2000 con legge numero 10. Il principio delle rotazioni non è relativo alle postazioni interinali ma, naturalmente, a quelle di cui si è titolari. «A Messina – prosegue Campo –, dalla morte del soprintendente Gianfilippo Villari, e a Catania, dalla mia nomina a dirigente generale del Dipartimento, le sedi erano vacanti e in ambo i casi chi le ha ricoperte interinalmente ha oggi diversa attribuzione non presso la Soprintendenza, essendo le loro rotazioni da riferire agli incarichi di cui erano titolari. In nessuno dei Musei regionali di istituzione storica è stato confermato il dirigente responsabile in carica. Per la prima volta nella storia della Regione, tutti i Dipartimenti hanno proceduto alle attribuzioni degli incarichi dirigenziali delle proprie strutture intermedie non per cooptazione ma con procedure di evidenza pubblica: atti d'interpello e dichiarazioni di disponibilità valutate su criteri concertati ai tavoli sociali e relativi a requisiti, titoli, esperienze e anzianità. Il Soprintendente designato a Messina non proviene da Siracusa, essendo nativo di Licata e avendo ricoperto incarico analogo a Caltanissetta ed Enna; egli è stato da ultimo dirigente responsabile del Museo della Ceramica di Caltagirone. I dirigenti del Dipartimento dei beni culturali sono tenuti a conoscere e confido che amino l'intero territorio regionale». Campo, poi, palermitano d'origine, ricorda le sue esperienze personali a Catania, Messina, Ragusa e Palermo. Riguardo, infine, ai costi economici della "riforma", il dirigente sottolinea come «sino al 31 agosto scorso il Dipartimento era articolato in 105 strutture intermedie, di cui 14 aree e 91 servizi; dall'1 settembre in 72 strutture, di cui 71 servizi e un'area».

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 9/6/2010

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