Parco Eolie, azzerare tutto

Parco Eolie, azzerare tutto Riceviamo da Roberto Sauerborn del Consiglio scientifico per lo sviluppo sostenibile dell'Anta ( Associazione Nazionale di Tutela ambientale) sez. Eolie e pubblichiamo: Sulla vicenda del Parco delle Eolie, la cui istituzione non può che vederci favorevoli, come quella del Mega Porto, che la Condotte dovrebbe realizzare alle Eolie, come già fatto in passato nel silenzio totale di tutte le fazioni politiche, questo consiglio scientifico non può non esprimere la più viva preoccupazione per tutto ciò che sta accadendo e come sta accadendo. Stando a sentire le voci e gli appelli direttamente espressi dalle migliaia di cittadini eoliani nonché da diversi consiglieri comunali, che li rappresentano, staremmo assistendo a una violenta imposizione da parte delle istituzioni (a partire dal Ministro all’Ambiente e, a seguire, dall’assessorato al territorio della regione Sicilia) di ulteriori vincoli e limitazioni alla libertà degli eoliani unitamente al rischio di ulteriori scempi ambientali da parte di “costruttori senza scrupoli”. Se così non fosse e il varo del parco come quello della realizzazione del Mega Porto, fossero stati il frutto di un percorso di partecipazione democratica, oggi la procedura per giungere al varo del Parco delle Eolie, prevista dalle norme di settore, come la realizzazione di un mega porto da 130 milioni di Euro, non creerebbero tutto questo trambusto e malumore, con l’ulteriore rischio di creare un clima arido sia nei confronti di uno strumento di gestione che potrebbe rappresentare un volano di sviluppo anche economico per le Eolie, che di un opera, che se adeguatamente proporzionata, potrebbe, forse, fare altrettanto. Ma allora qual è il punto?A nostro modesto avviso manca, come è sempre mancato (e come abbiamo sempre ribadito pubblicamente), in questi ultimi 30 anni, un modello di sviluppo chiaro.Un modello di sviluppo frutto di un percorso di crescita di una comunità capace di riconoscersi con la propria storia e le proprie tradizioni. Un modello di sviluppo condiviso, prodotto dal confronto (anche aspro) di idee, progetti e, perchè no, sogni; i sogni dei giovani eoliani quali eravamo anche noi qualche anno fa e che oggi, ritornano negli scritti dei “nuovi giovani” eoliani e che sono la nostra risorsa di speranza. Le scelte e le decisioni che riguardano il Patrimonio Eolie, non possono essere frutto di tavoli separati e/o di episodiche decisioni. Purtroppo, dobbiamo dire che è mancata e tutt’ora manca, questa capacità progettuale da parte delle istituzioni sia locali che sovraccomunali: se così non fosse, non accadrebbe tutto quello che sta accadendo. E’ mancato il “padre di famiglia” di una comunità in crescita che è stata, in tutti questi anni abbandonata a se stessa e che, tutt’ora, si ritrova nelle medesime condizioni, anzi peggio, di 50 anni fa. Peggio perchè, 50 anni addietro, non vi era la consapevolezza dell’oggi; non vi era la capacità di vedere oltre, in maniera più diffusa e capillare; 50 anni fa le Eolie erano altre ! Cosa abbiamo prodotto oggi? Il caos. Un territorio lasciato alla libera “interpretazione” di chi, in maniera più o meno sensibile, si è inventato uno “stile eoliano” ed ha fotocopiato progetti realizzando un diffuso falso architettonico, con la compiacenza delle istituzioni a loro volta impreparate al confronto con un territorio “potente”come quello eoliano, ricco di storia, cultura, tradizioni, forme, colori, sapori, odori, passioni, religiosità , mistero, mito che, forse, in nessuna altra parte del mondo è facile trovare. Eppure, davanti a tutto ciò, chi ci ha amministrato non è stato capace di capirlo, di sentirlo proprio e di rimboccarsi le maniche e iniziare a lavorare seriamente per capire dove il filo della cultura eoliana si fosse perso. Oggi, è ovvio che sorgano le contraddizioni sociali. Oggi, i nodi vengono al pettine e la gente eoliana è impreparata a confrontarsi con i “nuovi”strumenti di sviluppo; ma perché nessuno, di coloro che hanno governato hanno voluto/saputo prepararli all’evoluzione. E, pur di allontanare questo “amaro calice” invocano ad esempi altrettanti scellerati (come lo sono gli speculatori edilizi) gestori di parchi che hanno speculato sui “doni di Dio”. Ma, con lo scontro non si va da nessuna parte. Non ha senso recriminare. Non ha senso accusare questo o quello. Oggi, bisogna, mettersi a lavorare tutti insieme attorno ad un tavolo e confrontarsi per disegnare le Eolie del 21esimo secolo. Per questo, in conclusione, rivolgiamo un appello, pur ribadendo e confermando il nostro dissenso per le modalità di quanto sino ad oggi perpetrato, nei confronti del Ministero dell’Ambiente, dell’Assessorato al territorio così come dell’Amministrazione Locale, affinchè tutti siano messi nella condizione di dire la propria e poter partecipare a questo grande momento storico delle Eolie. E, pertanto, CHIEDIAMO L’azzeramento di ogni procedura sin oggi adottata per mancanza di rispetto della norma sulla partecipazione e trasparenza dei procedimenti amministrativi, nonostante la nostra richiesta inviata a tale fine, quindi, e il riavvio dei tavoli di lavoro per la redazione di un Piano dei Parchi delle Isole Minori e così delle Eolie, per una Gestione Sostenibile all’interno del quale discutere anche delle opere infrastrutturali da realizzare a Lipari. Fiduciosi, porgiamo deferenti ossequi. Il responsabile Arch. Roberto Sauerborn

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 10/9/2010

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