Riceviamo dalla professoressa Orfilia Giorgi in ricordo di Pietro Caprara:
Proprio una settimana fa avevo incontrato Pietro nel ristorante in cui lavorava. "Buonasera proff. come va?" sorridente e affettuoso come sempre. Avevo chiesto per dessert un ficodindia, uno solo avevo detto, ma mi pentii perché era molto buono.
Non dissi nulla. Lui capi e arrivò subito dopo con un altro ficodindia.
"Ecco proff" mi disse con un sorriso complice. Pietro era così, affettuoso e disponibile.
Non era stato un alunno facile all'inizio della scuola media.
Quel primo anno ci fece patire un bel po'...Arriva spesso in ritardo, faceva fatica a seguire la lezione. La scuola era troppo "stretta" per contenere l'energia esplosiva di quel ragazzone dalla faccia larga e dal sorriso facile, con due occhi furbetti che si chiudevano quando rideva.
Fu un esperimento portalo in gita a Napoli, quasi una prova di fiducia. Partimmo da Lipari con il mare in tempesta, cinque professoresse e gli alunni delle seconde classi. Il preside Lidonni venne a salutarci al porto.
Eravamo preoccupati per il cattivo tempo ma anche per la presenza di un paio di ragazzini "vivaci" tra cui Pietro.
Le nostre cabine erano a prua e il mare fece di tutto per provare la nostra resistenza... Vomito in tutte le cabine. Le mie colleghe praticamente attaccate al sacchetto di plastica. Pietro arrivò di corsa in cabina a comunicarmi che un suo compagno stava molto male, lo guardai impotente..."aiutami, non ce la faccio da sola" gli dissi.
"Stia tranquilla proff". E così il terribile Pietro corse tutta la notte ad aiutare i suoi compagni e me.
Quando, al ritorno, raccontai di quella notte e del comportamento prezioso e ineccepibile di Pietro al mio preside, la sua risposta fu: "Non ne avevo dubbi". Fu quella, una bellissima gita poi...degna di Pietro.
Che peccato, Pietro, che peccato
, a cura di Peppe Paino
Data notizia: 11/2/2010
dalla nostra Daniela Bruzzone
Dalle nostre ricette ingredienti per 4 persone... scoprile!