Cassazione dà ragione all'Asp 5

Gazzetta del Sud È un contenzioso da ben trenta milioni di euro ed ha visto fronteggiarsi per anni da un lato l'Ausl 5, oggi Asp, e dall'altro l'Agenzia delle Entrate. Adesso il nuovo passaggio da registrare è il pronunciamento della Sezione tributaria della Corte di Cassazione, che ha respinto il ricorso presentato dall'Agenzia delle Entrate. Quindi il contenzioso si chiude qui con l'ultimo grado di giudizio. Già nel maggio del 2008 si era registrata la sentenza della Commissione tributaria regionale, sezione distaccata di Messina (presidente Mario Zumbo, componenti Bruno Itri e Giovannino Corrente), che aveva dichiarato inammissibile l'appello presentato dall'Agenzia delle Entrate. Adesso anche la Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dall'ente economico. E in conseguenza di ciò adesso l'Agenzia delle Entrate dovrà probabilmente sborsare circa 30 milioni di euro a vantaggio dell'Asp. La vicenda giudiziaria che ha visto fronteggiarsi l'ente sanitario e l'Agenzia delle Entrate risale al 2004, epoca in cui l'Agenzia negò all'Ausl il rimborso dell'Iva da quest'ultima assolta per acquisto di beni destinati esclusivamente alle attività esentate, e cioè a quelle sanitarie (si tratta dell'Iva versata dall'Ausl 5 nel periodo 1998/2003, per un importo di circa 25 milioni di euro). Dopo questo "no" dell'Agenzia, l'Ausl 5 propose ricorso alla Commissione tributaria provinciale che nel luglio del 2005 condannò l'Agenzia al rimborso delle somme, comprensive degli interessi maturati. A questo punto si registrarono una serie di iniziative giudiziarie da parte dell'Agenzia delle Entrate, da un lato per ottenere la sospensione della cosiddetta "provvisoria esecuzione" della sentenza, e dall'altro per far sospendere la procedura d'esecuzione mobiliare avviata dall'Ausl 5 per riavere le somme, il cui giudizio è ancora in corso. Infine l'Agenzia propose appello alla Commissione tributaria regionale, e la vicenda fu trattata nel febbraio del 2008: da un lato i difensori dell'Ausl 5, oggi Asp, l'avvocato Bonaventura Candido e il commercialista cosentino Mario Gimigliano, dall'altro i funzionari dell'Agenzia delle entrate. Dopo la trattazione del caso a febbraio 2008 i giudici tributari depositarono la sentenza con cui accolsero le eccezioni preliminari di inammissibilità avanzate dai difensori dell'Ausl 5 nel maggio successivo. Adesso su questa vicenda si è pronunciata definitivamente la Cassazione.

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 12/18/2010

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