Lombardo invita tutti al dialogo

Lombardo invita tutti al dialogo Gazzetta del Sud Michele Cimino PALERMO Forze politiche siciliane in subbuglio per il tentato dialogo tra Lombardo e il Pdl per allargare la platea del consenso sulle riforme. A muovere il primo passo, nel momento in cui il presidente della Regione Raffaele Lombardo e l'assessore alla Salute Massimo Russo annunciavano il superamento del deficit della sanità e l'assunzione di 4.000 tra medici e infermieri, è stato il co-coordinatore del Pdl Giuseppe Castiglione, con la proposta di una tregua per superare la grave crisi economica che attaglia la Sicilia. "A partire dal bilancio – gli ha subito risposto Lombardo dal suo Blog – siamo pronti a lavorare e ragionare insieme". "E' un atteggiamento questo – ha aggiunto Lombardo, con chiaro riferimento alle forze politiche di opposizione e, in particolare, al capogruppo del Pdl Innocenzo Leontini, decisamente refrattario ad ogni ipotesi di dialogo con il presidente della Regione – che dovrebbe ispirare tutte le amministrazioni pubbliche: quando c'è una causa di forza maggiore, quando la casa brucia, è bene che tutti buttiamo acqua sul fuoco e non benzina". "Se sono rose – ha poi commentato Lombardo – fioriranno e se tutto quel mondo intende lavorare a soluzioni condivise, magari ci vorrà un po' più di tempo, ma sono buoni investimenti per arrivare più compatti agli appuntamenti con le grandi sfide che abbiamo contro di noi. Forze politiche del Nord, che forse non ci amano, e un governo che, a prescindere dal colore, è spinto da interessi vari a sostenere, piuttosto che le ragioni del Sud, quelle di un Nord che è mille miglia distante da noi in termini di qualità della vita, di servizi, di redditi pro capite, di infrastrutture ecc. Distanze che abbiamo il dovere di colmare lavorando tutti insieme". "Se la casa brucia – gli ha fatto eco il leader di Forza del Sud Gianfranco Micciché, che non perdona a Lombardo di aver preferito l'alleanza con il Pd a quella con il Fds – non bisogna solo gettare acqua, ma capire, anche, chi e perché le ha dato fuoco". "Forza del Sud – ha aggiunto – è disponibile a ragionare con tutti, tranne con chi ha appiccato l'incendio". Malumori anche nell'Udc che, nel tentativo di ripristino del dialogo tra Lombardo e Castiglione, vede una lunga mano romana o, meglio, berlusconiana, per far fallire ogni ipotesi di terzo polo che a Palermo, con la costituzione del Lombardo-quater, ha fatto le prove generali. Stando ai sondaggi dei giorni scorsi, infatti, in caso di elezioni politiche anticipate, la presenza di un terzo polo potrebbe far perdere al centrodestra la maggioranza in Senato e rendere più difficile la conferma dell'attuale formula di governo. Per cui, tagliando corto ad ogni polemica, in serata è stata diffusa una nota a firma di Giampiero D'Alia (Udc), Pippo Scalia (fli) e Mario Bonomo (Api), con cui si avverte che "il nuovo polo è già una realtà a livello nazionale, grazie al lavoro di Pier Ferdinando Casini, Gianfranco Fini, Francesco Rutelli e Raffaele Lombardo. Tocca a noi il compito di costruirlo anche in Sicilia. Per questo – aggiungono i tre coordinatori – auspichiamo che dopo le feste si avvii il tavolo regionale per l'organizzazione di questa nuova forza politica che veda nell'iniziativa congiunta di Udc, Fli, Api e Mpa il perno di una nuova spinta riformatrice siciliana". La nota è stata preceduta da una dichiarazione di Dino Fiorenza, di recente passato a Fli, il quale da tempo sostiene che unite, le forze che aderiscono al terzo polo, potrebbero rappresentare il 25 per cento dell'elettorato e che sarebbe il caso che si costituissero in un unico gruppo parlamentare. In questo nuovo gruppo potrebbero confluire 28- 30 deputati e diverrebbe il gruppo di maggioranza relativa all'Ars. Intanto, lo stesso Lombardo, come si ricorda, subito dopo il voto per l'approvazione dell'esercizio provvisorio, ha annunciato che all'indomani della Epifania, avrebbe costituito un tavolo tecnico al quale far partecipare i rappresentanti di tutte le forze politiche che sostengono il governo per mettere a punto strategie e programmi da realizzare subito. La dichiarazione di Lombardo era in particolare riferita all'Udc, che non ha partecipato alla votazione perché prima di investire nuovi fondi nella formazione professionale, chiede la riforma dell'intero settore. "E' arrivato il momento – ha dichiarato Giovanni Ardizzone – di dire basta, perché non si può continuare a dispensare soldi senza una destinazione che sia virtuosa per la Sicilia. Noi infatti continuiamo a finanziare enti che servono solo ai formatori e che non hanno prodotto un solo posto di lavoro. E su questo dispiace registrare la quasi unanimità dell'Assemblea su questa vicenda". "Fra chi ha votato a favore e chi ha mantenuto il numero legale sugli enti di formazione – ha spiegato il parlamentare messinese – c'è un interesse che va al di là delle appartenenze. Basti pensare che dal '90 ad oggi il numero degli enti di formazione è passato da 26 a circa 1880. Noi stiamo preparando un atto ispettivo per capire cosa è successo nel modo della formazione nel corso di questi anni". "I nostri rapporti con Lombardo – ha aggiunto – sono abbastanza chiari. Noi abbiamo sostenuto e sosteniamo Lombardo sulle grandi riforme e sulla discontinuità rispetto al passato. Laddove noi non riscontriamo tale discontinuità manteniamo la nostra posizione". Si vedrà con l'anno nuovo, dopo la nomina dei direttori, come si assesterà il quadro dei rapporti.

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 12/31/2010

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