Gazzetta del Sud
Mario Cavaleri
Palermo
Il presidente della Regione rientra oggi dalla breve vacanza di Capodanno nel Mediterraneo e si troverà da subito alle prese con una serie di incalzanti pressioni da sinistra a destra passando per il centro: la principale, che accomuna tutti, riguarda l'accelerazione da imprimere alla macchina regionale, perchè i partiti ma pure sindacati e imprenditori, ciascuno con motivazioni e obiettivi diversi, contestano una logorante lentezza della burocrazia che peggiora una situazione già difficile per fondi statali che non arrivano; risorse al lumicino; necessità di procedere con dodicesimi del bilancio; e naturalmente una crisi che vede famiglie e imprese in difficoltà, con chiusura di aziende giorno dopo giorno.
Dunque, in primis, la nomina dei direttori generali che dovrebbero costituire il braccio operativo; poi la scelta di alcuni obiettivi su cui procedere con determinazione, agevolando l'intrapresa privata senza la quale si rischia il collasso; assecondare gli iter autorizzativi nei vari settori liberando iniziative ferme al palo perché a furia di filosofia del diritto, si finisce per fare solo filosofia e si affossano progetti capaci di innescare meccanismi virtuosi con effetti benefici per l'economia e l'occupazione.
Lombardo, forte dei numeri all'Ars, e decisionista di suo dovrebbe adesso dare uno scossone agli assessori, alcuni dei quali risultano persino "sconosciuti" nei rispettivi settori di competenza. Tanto che, a quattro mesi dall'insediamento, non è difficile imbattersi in funzionari di periferia che non sanno neppure indicarne il nome; mentre il contatto de visu con la realtà di chi vive quotidianamente il territorio è condicio sine qua non è possibile rendersi conto di che cosa si è chiamati a gestire. Sorvoliamo sui nomi ma è una sensazione diffusa che parte del Palazzo viva una sua dimensione eburnea. E non sappiamo se anche nella collegialità della giunta si limitino a una mera presenza acritica.
Sindacati e imprenditori hanno ripetutamente lamentato questa carenza di interlocuzione, segno che qualcosa va corretto rapidamente, per poter dare risposte.
C'è poi un profilo più propriamente politico che attende da subito il governatore. Dopo l'Epifania è in programma un incontro con i partner della maggioranza; sarà un saggio della coesione e si concorderà il percorso successivo. Ma qui le cose si complicano perché il quadro di riferimento a Roma presenta una scala di grigi indecifrabile: quanto tirerà a campare il governo nazionale? La Lega staccherà la spina prima che eventuali avances (dell'Udc ?) trovino accoglienza? Si modificheranno i numeri? Questioni che di rimbalzo condizionano Palermo dove proprio l'Udc si tiene su un equilibrismo delicato: ricercata dal Pdl che legge nelle sue rivendicazioni molte affinità; guardata con diffidenza da sinistra, ché al Pd non sono piaciute certe recenti esternazioni del coordinatore regionale Gianpiero D'Alia: d'altra parte l'abbandono dell'Aula al momento del voto sull'esercizio provvisorio ha reso palese un mal di pancia dei deputati "casiniani" su più fronti.
In tutto questo c'è pure chi "abbaia alla luna" pensando di ritagliarsi spazi da outsider.
, a cura di Peppe Paino
Data notizia: 1/4/2011
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