Gazzetta del Sud
PALERMO Assunzioni superiori alle reali esigenze, acquisto di ambulanze non utilizzate, potenziamento immotivato del servizio del 118. La Corte dei conti torna a denunciare uno dei più gravi scandali della sanità in Sicilia diventato, ha detto il procuratore Guido Carlino un «caso emblematico di spreco delle risorse pubbliche».
Ha ricordato che l'indagine della Corte dei conti è culminata con la citazione in giudizio di 18 esponenti politici tra cui l'ex presidente della Regione, Salvatore Cuffaro, assessori regionali del tempo e componenti della commissione sanità dell'Assemblea regionale siciliana. A tutti è stato contestato un danno di oltre 37 milioni. E' stato accertato che tra il 2005 e il 2006 è stata disposta l'assunzione di oltre 1600 operatori che sono così diventati complessivamente 3300 per un servizio, gestito dalla società Sise (Siciliana servizi emergenza), che costava alle casse regionali oltre 100 milioni all'anno. Più volte è stato denunciato il carattere "elettorale" delle assunzioni, decise tra il 2005 e il 2006. E ora il pg ha detto che in quella occasione la giunta e componenti del parlamento siciliano hanno compiuto «scelte gestionali a connotazione politica».
Carlino ha spiegato che, per giustificare le assunzioni, «furono acquistate molte ambulanze» che non servivano oppure sono state sottoutilizzate. Ma non è l'unica forma di spreco nella sanità. Lo stesso Carlino ha segnalato il caso di attrezzature sanitarie acquistate, a volte saltando le procedure di evidenza pubblica, e non utilizzate. Come se l'unica ragione a muovere le decisioni di amministratori e dirigenti delle aziende sanitarie fosse quella di spingere la spesa senza alcuna utilità per il servizio.
La Corte dei conti ha riscontrato abusi e gravi illeciti su almeno altri due fronti: quello delle tariffe gonfiate pagate alle cliniche di Michele Aiello, prestanome del boss Bernardo Provenzano, e quello della cosiddetta "malasanità". Nel caso delle cliniche di Aiello (villa Santa Teresa e Atm di Bagheria) il procuratore ha ricordato che sono stati citati in giudizio (prima udienza il 16 giugno) per un danno di oltre 30 milioni gli ex direttori generali dell'Asl 6 di Palermo, Giancarlo Manenti e Guido Catalano, e i dirigenti della stessa Azienda Salvatore Scaduto e Lorenzo Iannì. Avrebbero liquidato rimborsi per prestazioni cliniche maggiorati a volte del 400 per cento. Il danno prodotto dalla malasanità nell'ultimo anno è stato quantificato in quasi 683 mila euro. Sono le somme che le aziende sanitarie hanno dovuto pagare per gravi errori compiuti dai medici sia nella formulazione delle diagnosi sia nella esecuzione di interventi chirurgici. E tuttavia, ha avvertito il pg, i danni provocati dalla malasanità sono anche superiori alle cifre contestate. In molti casi gli errori sono infatti coperti dalle assicurazioni che consentono alle amministrazioni e ai medici di «rimanere indenni da pregiudizi risarcitori».
Positivo il commento dell'assessore regionale per la Salute, Massimo Russo: «Le puntuali osservazioni della Corte dei Conti disegnano con chiarezza alcune delle disastrose situazioni che abbiamo ereditato dalla precedente gestione: una precisa fotografia di sprechi, malaffare e disorganizzazione, finalizzati al mantenimento di un sistema clientelare, assistenziale e affaristico che ha provocato un deficit mostruoso e gravi inefficienze del sistema sanitario. Sono molto contento che nella relazione del procuratore Carlino ci sia proprio un esplicito richiamo agli sforzi messi in atto da questa amministrazione, con riferimento alle "gare di bacino" previste dalla legge, necessarie per garantire trasparenza, efficienza ed economicità degli acquisti. I siciliani, che sono certamente più attenti e più intelligenti di quanto creda qualcuno - ha concluso Russo - comprenderanno meglio le difficoltà che abbiamo incontrato e che stiamo ancora incontrando per cambiare il sistema, puntando sulla programmazione e sull'organizzazione, nel rispetto delle regole e attraverso la valorizzazione del merito».
, a cura di Peppe Paino
Data notizia: 2/27/2011
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