Avvicinamento dell’isola di Lipari e di Vulcano alla velocità di tre millimetri l’anno; abbassamento di circa un centimetro l’anno del settore meridionale di Lipari, ossia della fascia più abitata, per effetto di un processo chiamato “subsidenza”; origine dell’Arco eoliano dovuto a un insieme di fenomeni di estensione, ovvero di fessurazione fino a elevata profondità: sono queste le importanti scoperte svolte da docenti e ricercatori dell’Università di Catania (Carmelo Monaco, Giovanni Barreca e Fabrizio Cultrera) e dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Catania (Valentina Bruno, Mario Mattia e Luciano Scarfì) all’interno del progetto “Geodinamica recente e attiva dell’Arco calabro”. Le Eolie rappresentano un punto chiave nel complesso assetto strutturale della Sicilia: l'arcipelago, di origine vulcanica e situato nel Mar Tirreno, comprende due vulcani attivi, Stromboli e Vulcano, oltre al vulcanismo di Lipari, la cui ultima attività risale a circa 1.400 anni fa, costituendo una cruciale zona di convergenza fra la placca africana e quella euroasiatica. La pericolosità vulcanica e sismica, quindi, è molto elevata alle Eolie, al largo delle coste della Sicilia orientale e della Calabria.
Ciò che preoccupa maggiormente di questa campagna di studi è il forte tasso di abbassamento dell’isola di Lipari, che pone la necessità della valutazione dell’invasione costiera da parte del mare nei prossimi 50-100 anni. Non sarebbe una novità, così come dimostra il recente ritrovamento da parte della Soprintendenza del Mare della Sicilia di un antico tempio e del porto romano (qui nella foto) a 10 metri di profondità, riaffiorato nell’odierna area portuale di Sottomonastero in prossimità del molo di attracco degli aliscafi. Durante tale scavo sono state riportate alla luce basi colossali di colonne (“riciclate” da un grande tempio nelle vicinanze) e imponenti strutture murarie formate da blocchi regolari, confermando come i fondali marini della Sicilia continuino a restituire brani di storia romana.
Dietro lo splendido paesaggio delle Eolie, c’è quindi una realtà ignota a molti che necessita di attenzione, in particolar modo da parte dei tecnici e degli specialisti.
di Alessandra Leone
Data notizia: 12/19/2014
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