Siamo nei primi anni Cinquanta, periodo in cui l’Europa esercita un forte fascino sui giovani che hanno conosciuto gli orrori della guerra. È in questo contesto che l’associazione universitaria messinese Corda Fratres si riunisce in assemblea ed è lì che emerge un’idea brillante: creare un villaggio internazionale dello studente. L’Isola di Stromboli gli appare come il posto ideale, senza luce, senza acqua corrente, ma con lumi a petrolio, pozzi, un bellissimo mare, tranquillità, un cielo pieno di stelle lucenti, tramonti sulla spiaggia, scogliere e l’osservatorio della Marina Militare. Inoltre, il film Stromboli di Rossellini con Ingrid Bergman inizia ad attirare sull’Isola turisti da tutto il mondo. I dirigenti di Corda Fratres (Nino Martino, Mario Mondio, Ciccio Paolo Fulci, Pippo Cogliandolo, Peppuccio ed Enrico Vinci e Augusto Pagano) iniziano, quindi, a mobilitarsi per dare vita a questo bellissimo progetto. Piscità viene scelto come area per il villaggio, in quanto uno dei luoghi più suggestivi e disabitati di Stromboli. Vengono, allora, affittati alcuni edifici in buono stato, abbandonati da nuclei familiari emigrati all’estero, e si inizia a prendere contatto con le associazioni studentesche degli altri paesi europei. Siamo nel 1952 e, per più di dieci anni a partire da quel momento, giovani provenienti da ogni parte d’Europa riempiono ed affollano le estati di questo villaggio. Lì, nello speciale scenario di Stromboli, sono nati tanti amori, alcuni durati una vita intera come, ad esempio, quello tra l’italiano Gaetano Bellomo con la tedesca Dietlinde. Negli anni Sessanta, però, il villaggio internazionale dello studente chiude per diversi motivi, tra cui la guerra nel Vietnam e la contestazione del ’68 in Italia che fa morire le associazioni universitarie. Questa la descrizione che il poeta Silvio Papalia Jerace, in visita a Stromboli, fa di questo centro di aggregazione: “a pochi anni dagli orrori della guerra sembra che nel villaggio della “Corda Fratres”, alle pendici di un vulcano nel cuore del Mediterraneo, i giovani di tutto il mondo riscoprano l’amicizia, dimenticando gli odi dei padri. Italiani, Tedeschi, Inglesi, Francesi, Americani si incontrano intorno a un bicchiere di malvasia, cantando vecchi ritornelli dialettali che diventano un vero inno alla pace”.
di Francesca Zampaglione
Data notizia: 3/2/2016
dalla nostra Daniela Bruzzone
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