A Lampedusa persi già 4,5 mln

Gazzetta del Sud Lampedusa- Sulla piccola isola dell'arcipelago delle Pelagie la situazione resta pesante. Solo una ventina di migranti sono stati trasferiti ieri a Porto Empedocle via traghetto. Attualmente non sono previsti altri trasferimenti, mentre nell'isola sono 2.600 gli extracomunitari ospitati nel centro d'accoglienza – che ne potrebbe contenere 850 – e 200 in una struttura della parrocchia. I tecnici del Comune stanno compiendo sopralluoghi per individuare il luogo dove allestire due tendopoli che ospiteranno 500 persone: la più grande sarà realizzata nella ex base Loran, mentre l'altra nello spiazzo che circona la Casa Franternità gestita dalla parrocchia. Una decisione che non va giù agli abitanti di una delle mete più "gettonate" del turismo internazionale. Una bandiera tricolore a mezz'asta è stata esposta ieri nella piazza principale di Lampedusa per iniziativa del sindaco Bernardino De Rubeis che ha inteso sottolineare così sottolineare, nel giorno del centocinquantesimo dell'unità d'Italia, la protesta dell'isola per l'emergenza immigrazione. «L' Italia, che oggi dovrebbe essere unita, non ci è vicina, per questo tengo la bandiera a mezz'asta, in segno di protesta», ha dichiarato De Rubeis, sottolineando la «sofferenza» degli operatori turistici dell'isola «a causa della presenza di tremila immigrati» che, aggiunge, dovrebbero invece trasferiti altrove. Nella piazza si è tenuta manifestazione cui hanno partecipato in massa gli isolani. In un improvvisato comizio, l'ex generale del Cocer Antonio Pappalardo, che una settimana fa si è dimesso da assessore comunale a Lampedusa, ha letto in una piazza dell'isola una lettera aperta al presidente della Repubblica, sostenendo che «Lampedusa è abbandonata dallo Stato» e dicendosi «contrario al progetto di una tendopoli» per accogliere i migranti che non trovano posto nel centro d'accoglienza. In piazza, dove Pappalardo ha parlato in qualità di presidente del comitato spontaneo «Porta d'Europa», sono stati esposti alcuni striscioni con scritto «Respingimenti subito» e «Centri in Padania». Nel motivare le sue dimissioni dalla giunta guidata da Bernardino De Rubeis, Pappalardo aveva sottolineato, fra l'altro, di non condividere le politiche adottate dal sindaco sull'immigrazione. Vanno sentire la loro voce in prima persona gli imprenditori. «Nel giorno dell'unità d'Italia gli operatori turistici delle Pelagie non si sentono cittadini ma sudditi da usare al bisogno. Siamo molto preoccupati. Riteniamo che l'idea della tendopoli sia assolutamente devastante per il territorio. Significa annullare la stagione turistica che vale cinquanta milioni di euro, sull'altare di un aiuto umanitario, doveroso, ma del quale Lampedusa non può e non deve farsi carico», afferma il presidente di Federalberghi delle Isole Pelagie Giandamiano Lombardo, a nome degli albergatori di Lampedusa e Linosa. «Deve essere chiaro a tutti, come affermano anche il sindaco di Lampedusa e Linosa De Rubeis e il presidente della Regione Lombardo –prosegue il presidente di Federalberghi delle Isole Pelagie– che non si tratta di sbarchi ma di recuperi che possono essere fatti anche con navi crociera da far stazionare nelle acque internazionali o con navi militari che portino in zone più ampie i poveri rifugiati». Federalberghi Lampedusa manifesta preoccupazione: «Abbiamo già perso per la mancata stagione di Pasqua oltre 4 milioni e 500 mila euro. Diciamo allo Stato di non illudersi di trasformare Lampedusa in una piattaforma logistica per il recupero dei migranti. Gli operatori turistici siciliani e la cittadinanza lampedusana non lo permetteranno. Lo Stato non può pensare di utilizzare prima Lampedusa per i confinati politici, poi per i mafiosi e ora come piattaforma logistica con un territorio di 22 chilometri quadrati, paradiso per i turisti e moltiplicatore economico importante per la Sicilia e per la provincia di Agrigento.

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 3/18/2011

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