Gazzetta del Sud
Leonardo Orlando
Milazzo
Tragedia di Giammoro, si profila una richiesta di proroga delle indagini preliminari necessaria per acquisire ulteriori elementi utili a chiarire cause e responsabilità del disastro aviatorio che ha provocato la morte del pilota Domenico Messina, 37 anni di Barcellona e dei tre passeggeri, Davide Taranto, 34 anni e Giuseppe Adige, 54 anni, entrambi di Milazzo e di Vincenzo "Enzo" Fricia, 19 anni di Priolo.
Giovedì scorso sono infatti scaduti i termini ordinari fissati per la conclusione delle indagini del disastro avvenuto nella mattinata del 12 agosto del 2010, quando nelle fasi di decollo dal piazzale dello stabilimento della "Nuova Cometra" è precipitato al suolo un elicottero con bordo le quattro persone. Scaduti i termini, la Procura di Barcellona si appresterebbe a chiedere al Gip una proroga dei termini di altri sei mesi per completare l'indagine. L'ulteriore periodo di sei mesi di proroga sarebbe funzionale alla definizione di alcuni aspetti rimasti incompleti sotto il profilo degli accertamenti tecnico investigativi. Inoltre il prolungamento dei tempi dell'inchiesta sarebbe necessario per acquisire la relazione degli esperti dell'A.n.s.v., l'Agenzia nazionale sicurezza volo che ancora non è pervenuta. Gli esperti dell'agenzia gli ing. Franchi e Cometa, hanno anche vagliato i canali e le modalità di approvvigionamento di kerosene che confluiva nel distributore privato improvvisato nella stessa area in cui si è verificato il disastro costato la vita alle quattro persone.
Lo speciale carburante fornito da una società del nord, a quanto pare ufficialmente veniva considerato per uso privato, ma in realtà l'elicottero precipitato – come risulta dai piani di volo e dalle numerose testimonianze –, veniva impiegato per voli "commerciali". Il velivolo sarebbe stato anche utilizzato per voli charter a richiesta con le Eolie e per gli aeroporti di Catania e Reggio. Durante la proroga delle indagini non è escluso che lo stesso Procuratore Salvatore De Luca possa disporre un supplemento della consulenza tecnica affidata nell'immediatezza del disastro in cui perirono le quattro persone, all'ing. Giovanni Pietro Marafante.
Si tratterebbe di una sorta di super perizia necessaria per chiarire alcuni aspetti della tragica vicenda. Il perito Giovanni Pietro Marafante aveva ricevuto l'incarico dalla Procura poche ore dopo il disastro e doveva ricostruire la dinamica dell'incidente, accertare i piani di volo e le autorizzazioni con i sistemi di sicurezza adottati dal velivolo, un "Robin 44" targato "I- Kost", oltre a stabilire l'idoneità della pista utilizzata per il decollo e l'atterraggio del velivolo. L'ingegnere Giovanni Pietro Marafante, presidente di una società aeroportuale, tra i massimi esperti italiani di aviosuperfici private e aeroporti nazionali, ha dovuto effettuare accertamenti sia sui resti del velivolo e presso gli enti preposti alla sicurezza dei voli. I tempi si sono dilungati e il consulente ha consegnato gli elaborati della perizia oltre il termine di scadenza. La relazione chiesta dalla Procura doveva essere consegnata entro 80 giorni dall'incarico (il conferimento era avvenuto il 17 agosto 2010) ed è stata invece depositata lo scorso 31 gennaio. Ciò avrebbe contribuito a determinare la conseguente richiesta di proroga dei termini di altri sei mesi.
L'indagine – ancora contro ignoti – ipotizza i reati previsti dagli art. 428 e 449 del codice penale, "disastro aviatorio colposo" a cui si aggiunge il reato previsto dall'art. 589, di "omicidio colposo plurimo aggravato dalle circostanze dei commi 1 e 3". Nel frattempo ai familiari della vittima sono stati restituiti quelli che gli inquirenti definiscono "effetti personali". Il pietoso rito, a cui hanno partecipato i familiari delle vittime, ha consentito ai congiunti di riavere le poche cose scampate alla deflagrazione del velivolo. Ai parenti del pilota è stato restituito, tra l'altro, un orologio in lega speciale che, sia pure annerito, ha resistito alle elevate temperature. È stato altresì concesso di visionare le immagini dei luoghi del disastro riprese dagli inquirenti pochi istanti dopo la tragedia.
Gli stessi familiari hanno più volte chiesto di conoscere la verità su quanto accaduto e quindi sulle cause del disastro. Sperano pertanto che le indagini possano concludersi in tempi rapidi.
, a cura di Peppe Paino
Data notizia: 3/19/2011
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