Cittadinanzattiva contesta la manovra

Cittadinanzattiva contesta la manovra Cittadinanzattiva news Siamo coscienti del momento delicato per il nostro Paese, ma la qualità della manovra proposta è pessima: i costi gravano quasi integralmente sui soggetti deboli e su una classe media già messa a dura prova dalla crisi, le misure più rilevanti sono sfacciatamente rinviate alla prossima legislatura e, soprattutto, dietro l’affastellamento di sforbiciate e nuovi balzelli, non si intravede nessuna strategia. I conti dell’Italia vanno male per almeno quattro cause ampiamente note: un debito pubblico spropositato, l’evasione fiscale, il peso della corruzione, i costi della politica. Nei testi presentati non si trovano però misure pertinenti su questi problemi, anche soltanto di valore simbolico. Per esempio, una imposta sui grandi patrimoni da destinare direttamente alla riduzione del debito avrebbe testimoniato la volontà di concentrare tutte le energie del Paese sul fare fronte alla situazione, e non casualmente è stata avanzata anche in ambienti confindustriali. L’ammontare non sarebbe decisivo, ma un miliardo di euro è pari al 50% del valore della manovra per il 2011 La manovra si caratterizza per il ricorso a più tasse: taglio ai trasferimenti a Regioni, province e comuni (7,4 miliardi a regime) e alla spesa sanitaria, con il nuovo ticket da € 10. Le pensioni poi contribuiscono con circa 300 milioni, i risparmi delle famiglie con l’imposta sui depositi titoli (che raggiungerà fino a 3 miliardi e mezzo), a somma fissa. E anche la cittadinanza attiva rischia di farne le spese, dato che è stato annunciato un taglio alle detrazioni per le donazioni a favore delle onlus. Scuola. Alcune decisioni contenute nella manovra avranno effetti deleteri anche sulla sicurezza delle scuole, creando di fatto scuole di serie A (con Dirigente) e scuole di serie B (con reggente), e peggiorando le condizioni qualitative e di vivibilità. Infatti, a seguito degli accorpamenti delle scuole, un unico dirigente dovrebbe occuparsi di “governare” e provvedere alla sicurezza, alla qualità, allo sviluppo didattico ed organizzativo di molti edifici; in centinaia di casi, lo dovrà fare un reggente. Nelle classi dove il rapporto numerico insegnante di sostegno e alunni disabili è di 1:1, sarà possibile applicare la norma che prevede l’innalzamento del numero di alunni per classe, creando, quindi, situazioni di sovraffollamento e di invivibilità. Nessun cenno invece all'edilizia scolastica, nonostante l'appello in questo senso anche di Conferenza delle Regioni, Anci, Upi, a cui uniamo anche il nostro affinché: • venga completato e resa accessibile l’Anagrafe dell’Edilizia scolastica, e, su questa base sia definito un elenco degli interventi più urgenti e prioritari; • siano esentati gli interventi dal rispetto del Patto di stabilità e siano defiscalizzati; • vengano resi immediatamente disponibili i fondi del II piano stralcio dei fondi CIPE. Investire sull’edilizia scolastica significherebbe anche rimettere in moto gli investimenti sul settore dell’edilizia pubblica. Sanità. Nel testo del Decreto Legge che sarà presentato domani (14 luglio) alla Camera, il finanziamento del servizio sanitario nazionale a cui concorre lo Stato per far fronte al maggior finanziamento concordato con le Regioni (incrementato di 486,5 milioni di euro nel decreto legge, per tutto il 2011), in commissione Programmazione economica bilancio del Senato, è stato ridotto a 105 milioni di euro, e diventerà operativo già dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto. (art. 17 comma 6) Fin da subito, quindi, i cittadini si troveranno a versare 10 euro di quota fissa su ricetta per ogni prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale, eccezion fatta per gli esenti. Inoltre dal 2014 lo Stato potrà introdurre ulteriori ticket aggiuntivi su farmaci, prestazioni di diagnostica e di specialistica, ricoveri ospedalieri e medicina di base (art. 17 comma 1 lettera d). La manovra fa riferimento a ticket aggiuntivi rispetto ai ticket già introdotti dalle Regioni. E’ consentito alle Regioni di ridurre i ticket ed indicare misure alternative da concordare preventivamente ai tavoli di Governo. Se l’importo massimo di ticket per ogni prestazione è fissato a 36,15 euro, ma in alcune regioni come per esempio la Sardegna il ticket raggiunge i 46 euro (o, ancora, in Calabria si paga 45 euro più un euro di quota fissa) l’aggiunta dei 10 euro di ticket e, dal 2014 possibili ticket aggiuntivi, quanto andranno a gravare sulle tasche degli italiani? L’utilizzo selvaggio dei ticket va a colpire ancora una volta i cittadini, nonostante le misure di compartecipazione alla spesa introdotti già negli scorsi anni (come per esempio i ticket sui codici bianchi di pronto soccorso inseriti dalla maggior parte delle regioni nel 2007 o, ancora, i ticket sulla farmaceutica ) ed andrà ulteriormente ad incidere sugli anziani, le fasce deboli, coloro che utilizzano il servizio sanitario nazionale e non hanno la possibilità economica di far riferimento al privato. Per quanto riguarda misure alternative che eviterebbero il ricorso al ticket, il progetto ICT Sanità cioè la Sanità elettronica, previsto da una legge dello Stato – Il codice per l’Amministrazione digitale- potrebbe portare secondo un accurato studio di Confindustria, il risparmio realistico di 11 miliardi di Euro. Servizi di pubblica utilità. Altre misure, semplici quanto drastiche, potrebbero aiutare a “alleggerire” il peso della manovra a favore dei cittadini. Tra queste, l'abolizione delle Province, annunciata in più occasioni e mai varata; una coraggiosa liquidazione degli enti inutili. Contemporaneamente, per quanto riguarda le aziende municipalizzate, è necessario garantire un processo di progressiva privatizzazione di quelle che erogano servizi pubblici, in modo da scongiurare qualsiasi "svendita" del patrimonio pubblico a favore dei privati, e soprattutto qualunque detrimento delle tutele dei cittadini (in tema di qualità del servizio erogato, etc.). Anche sul fronte risparmio, su cui andrebbero ad incidere le decisioni contenute nella Manovra, chiediamo di non toccare i risparmi dei consumatori fino a 50.000 euro, mentre per quelli superiori a tale tetto, prevedere una tassazione diversa in relazione alle diverse quote di risparmio. Per i risparmiatori "vittime" della manovra finanziaria, prevedere un fondo di sostenibilità attraverso fondi reperibili dalle multe comminate dall'Autorità Antitrust. Giustizia. Alcuni aspetti delle Manovra colpiscono poi il diritto alla giustizia per i cittadini, senza “aggredire” in alcun modo i costi legati alla inefficienza del sistema giudiziario. Viene colpita in particolar modo la fascia più debole della popolazione ponendo a carico di tutti una ulteriore “tassa”, rappresentata dall’aumento del contributo unificato, a seconda del valore di causa (dal 10 al 20% - Fonte, Sole 24 ore). Viene, inoltre, eliminata l’esenzione nelle controversie di lavoro e tra coniugi; e viene introdotto l’accertamento tecnico preventivo obbligatorio, che comporta la nomina di un consulente, per avviare un giudizio per il riconoscimento della invalidità civile, cecità e sordità civile, handicap e disabilità, nonché di pensione di invalidità ed inabilità, la cui sentenza è inappellabile,. A fronte di ciò, la giustizia rimane inaccessibile alla maggioranza dei cittadini italiani indeboliti dalla crisi economica e colpiti dalla disoccupazione, perché resta invariato l’importo massimo di reddito annuo consentito (€ 10.628) per accedere al patrocinio a spese dello Stato nel processo civile, penale, amministrativo, contabile e tributario.

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 7/15/2011

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