Le "visioni" di Fornasari per Patti

Le "visioni" di Fornasari per Patti Giuseppe Giarrizzo Il filo che lega Patti al capoluogo lombardo si chiama Fabio Fornasari: architetto e progettista del museo del Novecento di Milano, ma anche artista dagli innumerevoli volti, in grado di spaziare dal design alle architetture virtuali, dalla fotografia alla ricerca in campo artistico. E venerdi 11 novembre nell’ex convento di San Francesco ha incontrato i pattesi per comunicare loro la sua idea di paese, la sua visione “visionaria” dei territori, il suo modo di ascoltare il cuore di una città. Ma facciamo un passo indietro. Perché Fornasari a Patti? Tutto nasce nel 2008 da una conoscenza “virtuale” col pattese Antonino Galante, proprietario dell’”Antico Caffè Galante”, storico locale in stile liberty che durante gli anni ’30 ospitò personaggi della levatura di Salvatore Pugliatti e Salvatore Quasimodo. L’obiettivo di Galante di rivitalizzare uno dei luoghi simbolo della cultura e della storia pattesi s’incontra così con la curiosità del “visionario” Fornasari. Ne nasce un’amicizia in rete che ben presto porta i due ad incontrarsi fisicamente e a gettare le basi per la formulazione di un progetto di rivalorizzazione dello storico locale. Ma immediatamente lo sguardo dell’artista si allarga dalle piccole dimensioni del Caffè alla totalità del territorio circostante. Ed è subito amore. Da qui il passo in direzione di un dialogo con l’amministrazione comunale è breve. La giunta Aquino coglie subito le straordinarie potenzialità di Fornasari e decide di aprire un canale di collaborazione con l’artista. L’intento è quello di avvalersi della sua “sana follia” per sviluppare un’ipotesi di crescita e di sviluppo artistico, culturale ed economico per la città. Con particolare riguardo alla destinazione d’uso (forse un museo?) dell’ex convento di San Franceso, da poco ristrutturato e riconsegnato ai pattesi. Così l’architetto del museo del Novecento di Milano ritorna a Patti, proprio al San Francesco, nel cuore del centro storico cittadino, per spiegare alla cittadinanza le suggestioni che questo territorio gli ha provocato. «Un territorio – ha esordito Fornasari - pieno di storie che vanno solo riprese, ricucite e rimesse in moto». E per farlo il primo passo consiste nel ricercare nuove forme in grado di riaggregare le storie ed offrire un’inedita sceneggiatura alla città, superando lo sterile frazionamento che divide il territorio tra centro e periferie. Bisogna quindi «ricomporre diversamente il puzzle e ricostruire i naturali collegamenti storici che il tempo ha usurato». In quest’ottica appare prioritario recuperare il rapporto tra il centro storico, arroccato nella parte alta della città, ed il mare. E proprio l’acqua sembra rappresentare l’elemento chiave per la corretta lettura del territorio, ma «il contatto con essa – ha incalzato Fornasari - sembra essersi perso dietro la linea di cemento dell’autostrada». Quella che divide idealmente e fisicamente la frazione Marina dal resto della città. Tornare a riconnettersi col mare , riaggregare l’intero territorio sotto la melodia di un’unica orchestra e recuperare l’heritage (eredità) di una storia millenaria sono i primi suggerimenti che Fornasari si è sentito di dare ai pattesi in un incontro “preparatorio”, necessario per far comprendere ai presenti quanto sia importante che l’intero territorio entri a far parte della “sostanza museo”, attraverso la costruzione e la disseminazione di segni forti, atti a «costruire e abitare un’immagine che dia il segnale del cambiamento». Nell’esprimere piena soddisfazione per la buona riuscita dell’incontro, il primo cittadino ha ribadito l’intenzione da parte dell’amministrazione di proseguire una collaborazione che, aggiungiamo noi, potrebbe finalmente ridare lustro al centro storico e all’intero territorio pattese. A margine ci piace azzardare una nostra suggestione: il museo del Novecento ospita una ricca produzione della corrente spazialista il cui fondatore, Lucio Fontana, collaborò assiduamente col pattese Beniamino Joppolo. A distanza di tanti decenni Fabio Fornasari, ideatore del museo, si ritrova a Patti per mettere le sue “visioni” a disposizione della città. Parecchi anni fa Leonardo Sciascia nel pamphlet “Dalle parti degli infedeli” raccontò di una storia realmente accaduta a Patti. A pagina due si legge:”Ma perché meravigliarci della casualità della casualità, di tutti gli assortimenti, i ritorni, le ripetizioni, le coincidenze, le speculari rispondenze tra realtà e fantasia, le indefettibili circolarità di cui è fatta la vita e ogni vita: se rappresentano – ormai lo sappiamo – il solo ordine possibile?».

a cura di Peppe Paino

Data notizia: 11/12/2011

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