Toni oltre le poesie ad Arezzo

Toni oltre le poesie ad Arezzo COMUNICATO STAMPA Si è conclusa nel migliore dei modi la trasferta della compagine eoliana che ha accompagnato lo scrittore e poeta liparese Italo Toni in terra di Toscana. Dopo la fortunata serata di Loppiano (FI), riportata anche dalle pagine di quotidiani regionali come “La Nazione”, l’artista ha presentato la sua ultima pubblicazione “Parole dal cuore, poesie dell’anima” al centro Informagiovani d’Arezzo. Alcuni di questi scritti sono stati accompagnati dalle immagini del film “Il Postino” girato a Salina, epitaffio dell’indimenticato Massimo Troisi. Una tematica molto articolata, in cui il relatore Sergio Pizzi ha tracciato il parallelismo tra la poetica di Toni e quella contenuta nel film di Michael Radford, in cui proprio la Poesia diventa protagonista assoluta, senza però voler far confronti con la figura del poeta Pablo Neruda (uno dei personaggi del film), la cui impostazione è decisamente differente. L’autore proveniente da Lipari ne ha approfittato per svelare i significati che si celano dietro alcuni suoi componimenti ed in particolar modo si è dimostrato parecchio sensibile al problema dell’inquinamento. Ha ricordato le sue lotte per la salvaguardia dell’ambiente, la morte di alcuni sui cari per cause tumorali e tutte le proprie perplessità riguardanti le raffinerie. «Nessuno – ha detto in tono molto arrabbiato – è mai riuscito a spiegarci quali siano gli impatti di questi fumi nocivi sull’organismo umano. Ed allo stesso tempo, allargando il discorso, credo che bisognerebbe pensare finalmente ad una corretta politica del turismo. Se a suo tempo fossero state prese determinate decisioni piuttosto che altre e vicino a quel meraviglioso lido di Milazzo fosse stato creato un aeroporto, l’economia di questa parte della Sicilia sarebbe cambiata. Invece, lì è stata costruita proprio una raffineria…». A tal proposito, la seconda parte dell’appuntamento ha visto un dibattito in cui si è parlato dell’occupazione giovanile nel Mezzogiorno, focalizzando principalmente l’attenzione sulla realtà delle Eolie. È stata rilevata l’importanza del settore culturale che, a differenza di tutti gli altri segmenti di mercato, se portato avanti con un determinato impegno non passerà mai di moda ed anzi potrà essere sempre una fonte di reddito. Un concetto che passa inevitabilmente attraverso la sfera educativa, come è stato messo in luce da due ragazzi isolani attivi sul territorio: Michele Merenda, giornalista e presidente del Consorzio Trasporti Isola Salina, e Catia Toni, imprenditrice, laureanda in giurisprudenza ed allo stesso tempo presidente del Circolo Artistico Eoliano di Quattropani (Lipari). Entrambi, intervistati dal giornalista Marco Botti, hanno parlato ai presenti dell’impostazione del proprio lavoro, i principi che stanno alla base di esso e come vengano poi affrontate tutte le difficoltà di ogni giorno, soprattutto in questo periodo di profonda crisi economica mondiale. Un modo per far conoscere al popolo toscano quella che è la realtà eoliana, proponendo un sano concetto di pubblicità per la propria terra. La regista Giovanna Taviani, ideatrice e direttore artistico del SalinaDocFest, festival del documentario narrativo di Salina, che ormai è giunto al quinto anno di età e a cui i mass media danno puntualmente grande spazio, ha inviato il proprio saluto ed ha illustrato anch’essa l’importanza dell’ambito culturale e di come si sia sviluppato nella dimensione dell’arcipelago. “Isolani sì, isolati no”, questo il motto della Taviani, che ci ha tenuto a sottolineare come dopo solo cinque edizioni il SDF abbia ottenuto il sì dal Presidente della Regione Sicilia per la costruzione di un cinema permanente a Salina, che possa tornare a fare sognare i giovani eoliani e interrompere la loro solitudine domestica nei mesi più duri dell'anno. Perché, ha scritto la regista, come diceva Fellini, il cinema è la più potente macchina del sogno che possieda l'uomo. «Grazie dunque – ha concluso – a tutte le iniziative che come la vostra promuovono il territorio eoliano nel mondo e riflettono sulla difficile realtà occupazionale dei giovani delle isole». In quella che è stata una vera e propria all-stars artistica, è prima giunto il commento della pittrice Giuseppina Laura Tarantola di Roma, la quale ha evidenziato la grande forza di appartenenza di Italo Toni alla propria isola ed ai fortissimi valori dell’amore, della famiglia, dell’onestà, dell’amicizia e della Fede insiti in ogni suo scritto; a seguire, c’è stato un collegamento telefonico con il poeta e pittore Pippo Cafarella di Salina, proprietario della casa in cui è stato proprio girato “Il Postino”. L’artista salinese, da sempre impegnato nella lotta contro gli abusi sul territorio, ha parlato delle problematiche attuali ed ha invitato i giovani a credere nelle Istituzioni e a non tirarsi mai indietro quando si tratta di lottare per i propri ideali. Durante l’incontro è stato possibile ammirare la mostra fotografica di Antonio Brundu, addetto culturale e bibliotecario del comune di Malfa, che oltre ad illustrare le bellezze naturalistiche delle isole ha anche parlato delle sue iniziative giornalistiche nell’arco della propria carriera. La trasferta nella terra che ha dato i natali alle “tre corone” (Dante, Petrarca e Boccaccio) non poteva concludersi senza prima recarsi all’abbazia benedettina di Vallombrosa, vicino Incisa (FI). La costruzione che sorge a mille metri d’altezza e fondata con il solo altare in pietra nel 1038, infatti, è stata realizzata nel XVIII secolo dal granduca di Toscana e futuro imperatore asburgico Leopoldo II di Lorenza. Quest’ultimo era il padre di Luigi Salvatore d’Asburgo-Lorena, cioè proprio quel nobile viaggiatore che scrisse otto volumi sulle isole Eolie, ancora oggi il trattato più completo che esista sull’argomento. Un vero e proprio percorso sulle orme dell’arciduca d’Austria e principe di Toscana quindi, che ha proiettato il gruppo, guidato dal celebre giornalista Walter Cerquetti, indietro nel tempo. Inoltre, il legame di Luigi Salvatore col Meridione era ancora più forte per via della madre, la granduchessa Maria Antonietta di Borbone, figlia del re Francesco I delle Due Sicilie. Insomma, la degna conclusione di un viaggio ricco di spunti e di sorprese, all’insegna di una riscoperta culturale vissuta in maniera concreta e mai fine a sé stessa. (Nella foto: il gruppo eoliano con Walter Cerquetti di fronte l’abbazia di Vallombrosa)

a cura di Peppe Paino

Data notizia: 11/22/2011

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